Il consiglio comunale di Rimini martedì sera dovrà approvare il bilancio preventivo. Ai cittadini, di questo complesso documento contabile, interessano innanzitutto due aspetti: quale pressione fiscale viene posta a loro carico e se i loro soldi servono per realizzare importanti opere pubbliche o si limitano ad alimentare i costi della macchina comunale.
Nel bilancio preventivo 2019 alla voce “Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa” sono indicati 128,5 milioni, il che significa 735,68 euro a testa. Molti? Pochi?
Per poter esprimere un giudizio, risulta utile guardare alla serie storica. Ci siamo avvalsi del servizio statistica della Regione, la quale dichiara di fare riferimento ai dati trasmessi dai Comuni. Quindi dovrebbero corrispondere alla realtà. Ebbene nel 2012, il primo anno completo dell’era Gnassi (era stato eletto a metà 2011) la pressione fiscale era pari a 601,8 euro pro capite. Quindi ci sarebbe stato un incremento di almeno 140 euro nell’arco di sette anni. La situazione è invece più articolata.
Anno |
Pressione fiscale* |
Spesa conto capitale* |
2012 |
601,8 |
481,8 |
2013 |
850,7 |
330,3 |
2014 |
853,6 |
294,7 |
2015 |
759,3 |
305,9 |
2016 |
856 |
420 |
2017 |
708,7 |
666,43 |
2018 preventivo |
784,5 |
988,74 |
2019 preventivo |
735,68 |
310,49 |
Fonte: Servizio statistica della Regione e Bilanci preventivi Comune di Rimini
Come si vede nella tabella, nel 2013 c’è un notevole balzo in avanti, confermato sostanzialmente negli stessi valori nel 2014 e nel 2015. Perché questo balzo? Il 2013 è l’anno in cui la riscossione del pagamento della tassa rifiuti torna in capo al Comune. Quindi aumentano le entrate, anche se a questo punto va ricordato che nel 2012, quando i cittadini pagavano la tassa ad Hera, c’era comunque un esborso da parte loro. Quindi dal 2013 al 2013 non ci sarebbe stato un vero e proprio aumento di pressione fiscale.
La situazione cambia nel 2016 quando la pressione fiscale indicata dal sito della Regione scende a 759,3 euro. L’anno successivo si registra un nuovo calo: arriva a 708,7.
E così arriviamo ai giorni nostri. Per il 2018 non esiste ancora il bilancio consuntivo, bisogna rifarsi a quello preventivo. Rispetto al 2017 la pressione fiscale è risalita di circa 80 euro, attestandosi a 784,5 euro. Come mostra la tabella, il 2018 è anche l’anno della maggiore spesa in conto capitale 988,74. Il biennio 2017-2018 è quello in cui si è maggiormente concentrata la strategia degli investimenti dell’amministrazione Gnassi: Fulgor, Teatro Galli, piano della balneazione, e altro ancora. Nel 2017 la spesa in conto capitale era di 666,43 euro per ogni cittadino.
La tabella indica anche che nel 2019 c’è un calo di pressione fiscale di 50 euro ed anche un vistoso calo della spesa in conto capitale, pari a un terzo dell’anno precedente.
In questi ultimi anni i cittadini hanno certamente messo mano al portafoglio (anche se in misura inferiore rispetto agli anni 2012-2015, ma è altrettanto vero che l’amministrazione ha poi investito. Se bene o male, ciascun cittadino può giudicare.