Normalmente di fronte a una scadenza elettorale una comunità ecclesiale, un’associazione o una parrocchia pubblica un documento in cui si evidenziano priorità e punti irrinunciabili di valore. A Santarcangelo di Romagna, dove già si stanno scaldando i motori in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera, la parrocchia ha scelto una strada diversa. Ha deciso di chiamare tutti, non solo i politici o chi pensa di candidarsi, a confrontarsi con le parole chiave dell’Evangelii Gaudium, l’esortazione apostolica che costituisce il manifesto pastorale di papa Francesco. Più precisamente di quel capitolo dell’Evangelii Gaudium, Bene comune e pace sociale, dove si indicano i criteri per “la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune”: il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell’idea, il tutto è superiore alla parte. Più che un approccio partendo dai temi amministrativi per esprimere una propria posizione, la parrocchia di Santarcangelo ha preferito un metodo educativo e culturale. “Non abbiamo la pretesa di dettare una nostra agenda. – spiega il parroco don Andrea Turchini – Ci è sembrato più interessante anziché parlare dei problemi confrontarci su parole che possono illuminare la nostra realtà personale e sociale”. Sorprende che si sia scelta la Evangelii Gaudium che, per quanto importante ed indicata come decisiva da Francesco, è ancora ignorata da gran parte della Chiesa italiana. “Non da noi”, chiosa Turchini.
In una lettera aperta alle amiche e amici di Santarcangelo don Turchini spiega da quali considerazioni sia nato il ciclo di quattro incontri che prenderà il via il prossimo 6 febbraio. Parla di una preoccupazione come cittadino, cristiano e parroco per il clima avvelenato che negli ultimi tempi ha caratterizzato il dibattito politico nel Paese e anche a Santarcangelo. Osserva che da un confronto infarcito di asprezze e menzogne, privo di regole e scrupoli, orientato unicamente alla conquista del potere, non potrà nasce alcuna iniziativa feconda. Ragione per cui, “con umiltà e senso di inadeguatezza”, si sente di proporre uno stile diverso, anche perché “non giova a nessuno vedersi come nemici anziché semplicemente come avversari”.
Don Andrea Turchini però non propone un manuale di bon ton della politica all’epoca del cattivismo da social, nemmeno fa scendere in campo la parrocchia in favore di questo o quel candidato. Ma non per questo resta al balcone ad osservare, secondo la fortunata immagine usata da papa Francesco a Cesena. Spiega: “Il nostro impegno ordinario e quotidiano nell’educazione, nella solidarietà, nell’accoglienza, nell’integrazione e nell’assistenza, secondo lo spirito del Vangelo e nella prospettiva della dottrina sociale della Chiesa, ci rende soggetti attivi e interlocutori disponibili a collaborare con chiunque si impegni per il bene delle persone, per la giustizia e per una città amichevole e solidale”.
Come modo per essere soggetto attivo, don Turchini invita tutti a confrontarsi con papa Francesco. I titoli dei quattro incontri che propone nel teatrino della parrocchia della Collegiata, sono gli stessi titoli dei paragrafi della Evangelii Gaudium dedicati al problema sociale. Sono tutti espressione di quel pensiero fondato sull’opposizione polare che Jorge Maria Bergoglio ha attinto da Romano Guardini, come ha ben documentato un recente libro di Massimo Borghesi sul pensiero del papa. Anzi, lo stesso Francesco, in una intervista, ha spiegato come i criteri sociali della Evangelii Gaudium siano il frutto del suo lavoro su un libro di Guardini. Ne è nata una concezione della vita, personale e comunitaria, fondata sulla tensione polare fra opposti, una tensione oppositiva ma non contraddittoria, cioè non una posizione che salva un elemento a scapito dell’altro. Ma questi sono aspetti che certamente i relatori invitati avranno modo di spiegare.
Si comincia mercoledì 6 febbraio con il vescovo di Rimini Francesco Lambiasi su “Il tempo è superiore allo spazio” (Il papa lo spiega così: “Questo principio permette di lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati. Aiuta a sopportare con pazienza situazioni difficili e avverse, o i cambiamenti dei piani che il dinamismo della realtà impone”. “A volte mi domando chi sono quelli che nel mondo attuale si preoccupano realmente di dar vita a processi che costruiscano un popolo, più che ottenere risultati immediati che producano una rendita politica facile, rapida ed effimera, ma che non costruiscono la pienezza umana”). Sarà interessante ascoltare come il vescovo Francesco tratterà questo punto così decisivo per il momento politico attuale.
Il secondo appuntamento è mercoledì 13 febbraio con il magistrato e dirigente Agesci Cecilia Calandra sul tema “L’unità prevale sul conflitto”. Anche in questo caso la provocazione di Francesco è interessante: “Il conflitto non può essere ignorato o dissimulato. Dev’essere accettato. Ma se rimaniamo intrappolati in esso, perdiamo la prospettiva, gli orizzonti si limitano e la realtà stessa resta frammentata. Quando ci fermiamo nella congiuntura conflittuale, perdiamo il senso dell’unità profonda della realtà”.
Nuovo appuntamento il 27 febbraio con il professor Marco Cangiotti, ordinario di filosofia politica a Urbino, sull’argomento “La realtà è più importante dell’idea”. (“Vi sono politici e anche dirigenti religiosi – osserva Francesco - che si domandano perché il popolo non li comprende e non li segue, se le loro proposte sono così logiche e chiare. Probabilmente è perché si sono collocati nel regno delle pure idee e hanno ridotto la politica o la fede alla retorica”).
La conclusione è mercoledì 13 marzo con “Il tutto è superiore alla parte” che sarà trattato da Elisabetta Fraracci, dirigente scolastico di Reggio Emilia. Osserva papa Francesco: “Il modello non è la sfera, che non è superiore alle parti, dove ogni punto è equidistante dal centro e non vi sono differenze tra un punto e l’altro. Il modello è il poliedro, che riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità. Sia l’azione pastorale sia l’azione politica cercano di raccogliere in tale poliedro il meglio di ciascuno”.