Sarà Giampiero Piscaglia, fino al 31 dicembre scorso dirigente del settore cultura del Comune di Rimini, a scegliere il proprio successore. Certamente non nel senso che gli è stata concessa carta bianca, ma perché Piscaglia è stato nominato presidente della commissione esaminatrice nel concorso che il Comune ha indetto per scegliere il nuovo di dirigente dei servizi culturali. Il bando è stato pubblicato nel settembre scorso, in previsione appunto dell’uscita di Piscaglia che in questi anni ha assommato tutte le complesse competenze relative alla cultura. Da questo punto di vista certamente non c’è persona più adatta a poter valutare se i candidati al ruolo di dirigente abbiano le qualità richieste per tale incarico. Per il concorso hanno presentato la domanda quaranta persone: la prossima settimana, il 21 e il 23 gennaio si svolgeranno le due prove scritte, poi seguiranno i colloqui orali. Ad esaminare gli elaborati scritti e le prove orali sarà una commissione che, oltre al presidente Piscaglia, vede la partecipazione di Diodorina Valerino, segretario comunale in due municipi toscani, Giulia Severi, dirigente cultura a Modena, e, in qualità di membro aggiunto, Andrea Urbinati, istruttore informatico del Comune di Rimini. Quindi, salvo inciampi, entro il mese di febbraio dovrebbe arrivare la nomina del nuovo dirigente.
Non si tratta di un procedimento di routine, di semplice sostituzione di un dirigente andato in pensione. La rilevanza che negli ultimi anni ha assunto il settore cultura e l’ulteriore incremento che avrà nel prossimo futuro assegnano al dirigente un ruolo strategico nelle politiche dell’amministrazione comunale. Già adesso si dovrà occupare di Biblioteca Gambalunga, Museo della Città, Cinema Fulgor, Teatro Galli, Sagra Musicale Malatestiana e di tutti gli altri eventi e istituzioni culturali (Teatro degli atti) che compongono l’offerta culturale del Comune. Nei prossimi anni si aggiungeranno il Museo Fellini a Castel Sismondo, la Galleria di Arte Contemporanea al Palazzo del Podestà, la riapertura del Museo degli Sguardi. Forse ci sarà da pensare anche all’Anfiteatro. Il nuovo dirigente dovrà essere capace di mettere a sistema e guidare una offerta ricca e articolata. Non a caso nell’ambito della maggioranza c’è chi, ad esempio Davide Frisoni, di Patto Civico, aveva suggerito di scegliere, anziché un dirigente, due direttori, uno per l’area istituzioni culturali, un altro per l’area eventi e spettacoli, da assumere entrambi con contratto a tempo determinato. La giunta ha optato per un dirigente unico a tempo indeterminato, riservandosi in futuro di assumere in appoggio una seconda figura a tempo determinato.
Nel bando di concorso sono stati messi alcuni paletti volti a garantire la scelta di una professionalità qualificata. Non basta essere laureati, ma bisogna aver lavorato per almeno cinque anni in una amministrazione o come funzionario laureato o come dirigente. Prima dell’assunzione definitiva, ci saranno anche i classici sei mesi di prova.
Grazie ad una “congiunzione astrale” inedita e irripetibile, il Comune di Rimini si trova nello stesso periodo ad essere senza dirigente (Piscaglia è in pensione dal 1 gennaio) e senza assessore alla cultura, visto che Massimo Pulini se ne andrà a fine mese e di fatto da tempo ha mollato gli ormeggi. La domanda è che farà il sindaco Andrea Gnassi. Manterrà per sé la delega alla cultura (che di fatto da tempo gestisce in relazione ai cantieri dei cosiddetti “motori culturali”) o sceglierà un nuovo assessore per l’ultima metà del mandato? Vista l’importanza che nella sua visione di città hanno assunto istituzioni ed eventi culturali, viene da pensare che oltre all’assessore al turismo farà anche l’assessore alla cultura. Davide Frisoni, di Patto Civico, ha proposto la nomina di Piscaglia che così, uscito da dirigente, rientrerebbe da assessore. Ma è più probabile un Gnassi forever.