Nell’uovo di Pasqua i bagnini di Misano troveranno il rinnovo della concessione per quindici anni, cioè fino al 2035. Sono i primi bagnini della Riviera a godere del beneficio perché il sindaco Stefano Giannini ha rotto gli indugi, senza aspettare che i Comuni, con il coordinamento della Regione, prendessero un orientamento uniforme. Il ragionamento di Giannini è elementare: c’è una legge dello Stato, io la devo applicare e la applico.
In effetti, la proroga delle concessioni esistenti è legge dello Stato, voluta dal governo gialloverde. Quindi ogni altra considerazione dovrebbe essere spazzata via all’istante. Eppure non è così.
Basta leggere la circolare diramata dalla Regione Emilia Romagna che ha un incipit non proprio consueto. È una circolare applicativa eppure mette subito le mani avanti: “Senza entrare nel merito degli aspetti di coerenza della norma in esame con l’ordinamento comunitario, né di problematiche interpretative in merito a specifiche casistiche individuate dalla norma, di competenza statale…”. Insomma, prima di spiegare ai Comuni come devono comportarsi, ricorda loro che quella legge potrebbe prima o poi finire sotto la censura dell’Unione. E infatti i Comuni della costa, fra cui Rimini, nonostante la circolare applicativa della Regione, ancora non hanno deciso come muoversi. Probabilmente si stanno facendo opportune verifiche in tutti gli uffici competenti, a partire dall’Agenzia del Demanio e dall’Agenzia delle Entrate.
La situazione di oggi è speculare rispetto a quella del 2015, quando fu approvata la proroga attualmente in vigore, quella fino al 2020. Allora c’erano i bagnini che premevano per potersi presentare agli uffici comunali, far vedere che avevano pagato l’imposta di registro fino al 2020 e ottenere così l’agognato timbro sulla propria concessione. Il Comune, allora, frenò gli entusiasmi, facendo notare che erano pendenti ricorsi alla Corte di Giustizia europea. Solo a partire dal 2 gennaio 2016, il Comune cominciò ad apporre il timbro, visto che la Corte ancora non si era pronunciata e quindi rischiava di passare dalla parte del torto. Sei mesi dopo la Corte si pronunciò e sappiamo come è andata: venne confermata l’applicazione della Bolkestein alle imprese balneari e quindi la necessità di mettere le concessioni ad evidenza pubblica.
Adesso non c’è nessun procedimento pendente, anche se per riconoscimento dello stesso ministro del turismo Gian Marco Centinaio prima o poi arriverà sicuramente una procedura d’infrazione per l’Italia.
Prospettiva che porta alcuni sindaci italiani a non voler dare alcun seguito alla proroga di quindici anni. È il caso di Settimo Nizzi, sindaco di Olbia ed esponente di Forza Italia, partito che ha spinto al massimo per la proroga. Anche il suo ragionamento è elementare, pur opposto a quello di Giannini: in caso di procedura di infrazione, a pagare il conto non sarà solo lo Stato, ma anche i Comuni e, nei Comuni, i funzionari che hanno dato il via libera alla proroga. Questo sindaco ha idee molto chiare, che nessun politico romagnolo si azzarderebbe oggi di condividere. Mondo Balneare riporta una intervista in cui alla domanda sugli investimenti a rischio per i bagnini, risponde: «I balneari hanno già guadagnato abbastanza dalla possibilità che hanno avuto finora e bisogna che siano soddisfatti di ciò che è stato loro permesso. Ora bisogna garantire la libertà di partecipare a una gara e di poterla vincere; non si può privatizzare una cosa di tutti».
Annusata l’aria che tira, uno dei sindacati balneari, il Sib, ha parlato di “grave e ingiustificato ritardo dei Comuni nell'applicazione della nuova scadenza” e ha avvertito i soci che “la messa in sicurezza del settore non è un risultato raggiunto, ma un obiettivo ancora da conseguire”.
Cosa succederà in Riviera? Se si pensa che a novembre si voterà per le regionali (e a Misano il 26 maggio si voterà per le comunali), appare improbabile che i comuni governati dalla sinistra non applichino la legge nazionale. Quando è stata discussa e approvata la proroga, ci siamo chiesti polemicamente: ma di quanti voti dispongono i bagnini? Appunto.