Piano strategico, atto secondo. Con una conferenza stampa in pompa magna, fatta nel nuovo spazio sotto il porticato di Palazzo Garampi, è stata presentata la nuova fase del Piano Strategico, che ha come traguardo il 2039, cioè i prossimi vent’anni. Che fosse partita questa seconda fase, BuongiornoRimini l’aveva già indicato alcune settimane fa. Attualmente sono in corso circa 300 interviste agli stakeholders della città, la co-progettazione con le scuole, un questionario on-line per cittadini e visitatori, un ufficio“strategico” temporaneo visitabile fino all’estate e attrezzato per raccogliere idee e proposte dai cittadini, un gaming collettivo su Rimini da realizzarsi mediante crowdsourcing di idee e proposte dei cittadini e dei turisti.
La seconda fase di lavoro prevede la costituzione di un Comitato scientifico e l’avvio di laboratori tematici partecipati riguardanti i nuovi ambiti di intervento sui quali Rimini e il suo territorio indirizzeranno il proprio sviluppo futuro. La conclusione delle attività di elaborazione è prevista per l’inizio dell’estate 2020 quando saranno condivisi i nuovi progetti che la comunità riminese avrà individuato come strategici per i prossimi vent’anni.
Se il primo avvio del Piano strategico (quello degli anni 2007-2018) aveva come obiettivi i luoghi fisici della città, - ha spiegato Maurizio Ermeti, presidente del Forum - il nuovo Piano che guarda al 2039 si concentrerà soprattutto su come i riminesi vivono nella loro città. Il passaggio, come indicato dal professor Stefano Zamagni, sarà dall’urbs alla civitas, cioè alle comunità di persone che vivono, abitano e arricchiscono con la loro esistenza il valore di Rimini e del suo territorio.
Alla conferenza stampa erano presenti anche i rappresentanti dei nuovi soggetti promotori, che si sono aggiunti solo recentemente: il professor Sergio Brasini, presidente del Campus di Rimini dell’Università di Bologna, e Massimo Tripuzzi, direttore generale per la Romagna di Credit Agricole, la banca che ha rilevato Carim. Gli altri soggetti promotori restano la Regione Emilia Romagna, il Comune di Rimini, la Provincia, la Camera di Commercio e la Fondazione Carim.
Ermeti ha sottolineato due elementi del lavoro fin qui svolto: in soli 5 anni di operatività vera, dal 2013 al 2018, il territorio di Rimini è stato in grado di attrarre più di 110 milioni di euro: fondi con i quali sono stati poi attivati progetti per la città e il suo territorio per oltre 350 milioni di euro; il secondo risultato importante è stata la partecipazione, ai diversi incontri e momenti di lavoro, di oltre 10 mila presenze.
Ma in questi anni è cambiato il mondo e gli effetti si sono avvertiti anche a Rimini. I cambiamenti su cui si dovrà misurare il nuovo Piano strategico sono i meccanismi della globalizzazione, le dinamiche sociali, le tendenze demografiche, i flussi migratori, la crisi ambientale globale, la rivoluzione tecnologica, i nuovi modelli economici.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche l’assessore regionale Raffaele Donini che, oltre a ribadire il sostegno della Regione al progetto di Rimini, ha affermato che la stessa giunta regionale vi ha fatto riferimento quando ha approvato la nuova legge urbanistica, impostata non sui vincoli ma su una visione appunto strategica. Ha anche sostenuto che gli effetti del lavoro svolto si sono visti perché adesso Rimini vince tutti i bandi.
Musica per le orecchie del sindaco Andrea Gnassi che ha così potuto ripetere uno dei suoi slogan preferiti: un pensiero trova le risorse, un pensiero fa vincere i bandi. “Se mi fossi presentato alle elezioni dopo i primi due anni del mio mandato, mi avrebbero impalato sul pennone più alto di Rimini”. Battuta per dire che in Italia la programmazione strategica non la fa nessuno, che occorre aver il coraggio di una visione a lungo termine, che oggi Rimini è orgogliosa dei cambiamenti realizzati. Ha infine sostenuto che oggi le città sono la locomotiva del cambiamento e che Rimini fa parte di questo treno.