Circa un anno fa i soci della Banca Popolare della Valconca erano presi dalla discussione intorno all'opportunità o meno di procedere alla trasformazione in società per azioni, una delle prescrizioni imposte dalla Banca d'Italia per dare un assetto più solido e un futuro più certo all'istituto di credito di Morciano. La Banca aveva avuto problemi che avevano attirato l'ispezione di Bankitalia: bilanci in rosso e crediti deteriorati a livello di allarme.
A distanza di un anno, ecco arrivare, il prossimo 26 maggio, un'altra assemblea decisiva per il futuro della Valconca. Oltre che approvare il bilancio (positivo, con un utile di un milione di euro), i soci devono rinnovare il consiglio di amministrazione, il primo della Spa, visto che fino ad ora è stato in carica il consiglio eletto quando la banca era ancora una cooperativa, dove vigeva il meccanismo una azione un voto. Il 26 maggio, invece, ciascuno conterà sulla base del numero delle azioni possedute.
Chi prenderà le redini della Valconca, da oltre vent'anni guidata dall'avvocato Massimo Lazzarini? Ad osservare le forze in campo, si potrebbe dire che grande è la confusione sotto il cielo. Quindi, come diceva Mao, la situazione è favorevole? La risposta non è scontata, anzi sembra prevalere un clima di incertezza e di contrapposizione.
Intanto, si può osservare che in corsa ci sono quattro liste. Si vota con un sistema maggioritario simile all'antico Porcellum a suo tempo in vigore per il Parlamento: chi arriva primo, si prende la maggioranza (cinque consiglieri su sette o sette su nove, dipende che decisione prenderà l'assemblea) e agli altri sono garantiti due consiglieri di minoranza.
La prima lista è quella che propone per la presidenza Giove Boldrini, titolare di uno studio fra i più influenti della provincia. Per lui si spende un personaggio come Giordano Emendatori, già titolare della Mec3, e soprattutto sono mobilitati i dipendenti, che vantano un notevole numero di azioni e un naturale radicamento nel territorio. I dipendenti sono particolarmente agguerriti contro il consiglio d'amministrazione uscente, colpevole, ai loro occhi, di non voler pagare i premi di produzione, premi che equivarrebbero a qualcosa come sei milioni di euro.
La seconda lista è invece promossa dall'associazione di tutela degli azionisti (ATA), un gruppo di azionisti per lo più pesaresi e ravennati, quindi non appartenenti al territorio, e interessati soprattutto a difendere la propria partecipazione azionaria.
Una terza lista è composta da coloro che potrebbero essere chiamati i morcianesi, persone del territorio, nel recente passato legate al presidente uscente Lazzarini che comunque non si ripresenterà. I nomi di spicco di questo raggruppamento sono l'ex sindaco Athos Berardi e Giovanni Pecci, un tempo vicino a Romano Prodi. A sostenerli, anche esponenti della famiglia Montanari, dell'omonima casa di cura.
C'è infine una quarta lista, cosiddetta del consiglio, perché appunto promossa dal consiglio d'amministrazione uscente e come tale non obbligata a raccogliere le firme per le candidature. Ne fanno parte tre esponenti del consiglio uscente, il vice presidente Filippo Ricci, Sandro Muccioli e Alessandro Berti. La lista ha messo sul tavolo un proprio piano industriale e candidati dal solido curriculum bancario (Roberto Mazzotti ex direttore generale di Iccrea Banca, Luca Lorenzi ex amministratore delegato di Unicredit Leasing e BAC). La lista del consiglio vanta a proprio merito le operazioni concluse nel 2018, tra le quali spiccano la cessione degli NPL e l’operazione di autocartolarizzazione che ha rafforzato la liquidità aziendale.
Si andrà al voto con questa estrema frammentazione? In questo momento la base sociale appare certamente divisa.
Una delle importanti decisioni che dovrà prendere il nuovo consiglio riguarda la ricerca di un partner industriale di peso, per dare maggiore solidità all'istituto. Non si parte da zero. È noto che ci sono stati abboccamenti con il gruppo assicurativo Barents, ma ora si impone l'urgenza di concludere; a meno che non prevalga la tesi, alquanto azzardata ma che qualcuno sostiene, che la Valconca possa camminare nel mercato globale con le sole sue forze.