“Certamente la nostra spiaggia ha bisogno di riqualificazione, ma sarebbe un errore puntare solo sul balneare per potenziare il turismo a Riccione”. Eleonora Bergamaschi, albergatrice, presidente della società di gestione del Palacongressi di Riccione, interviene nel dibattito aperto dall'imprenditore Vincenzo Leardi con l'intervista a buongiornoRimini.
Leardini parlava di piscine, attrazioni, poli del benessere. Una spiaggia che vive anche nelle mezze stagioni.
“Quest'anno abbiamo avuto l'esperienza di Gabellini ai bagni 86/87, ed è stato un successo enorme. Se ne è parlato in Italia e all'estero, molti articoli di giornale sulla spiaggia aperta anche in inverno. La spiaggia rimane il nostro principale punto di attrazione, non sostituibile dalle biciclette o dall'entroterra. I turisti scelgono Riccione e la riviera per i servizi di spiaggia che offriamo. Quindi certamente vanno potenziati in modo che si possa ottenere l'effetto wow! Indicato dai manuali di marketing”.
Leardini sostiene anche che fieristico e congressuale non bastano a riempire gli alberghi. Qual è il suo giudizio da presidente della New Palariccione?
“E' evidente che fiere e congressi riempiono le camere e non i letti. Cioè, pur con le camere occupate, si realizza la metà delle presenze rispetto ai mesi estivi, perché c'è una sola persona per camera. Ma non è uguale a niente. Gli eventi si possono aumentare, ma non possiamo dimenticare che se a Riccione c'è movimento a gennaio è solo grazie alla presenza di Sigep alla Fiera di Rimini”.
Come New PalaRiccione cosa fate per aumentare le presenze congressuali a Riccione?
“Lavoriamo molto per ottenere eventi di formazione o di corsi motivazionali. Rispetto ai tradizionali congressi medico.-scientifici, sono eventi che creano maggiore indotto a livello turistico. I partecipanti non cercano solo 4 stelle o hotel di lusso, ma anche 3 stelle con la formula bed and breakfast. Ci sono ricadute sui ristoranti e sui negozi”.
E veniamo alla madre di tutte le polemiche, la Notte Rosa. Secondo lei è un evento da abolire?
“La Notte Rosa non è un evento, è un prodotto turistico, Come tale non va abolito, va va riformulato individuando bene il target di riferimento che non può essere il pubblico dei giovanissimi. Penso che Riccione debba rivolgersi al pubblico giovanile dei trentenni/quarantenni, un target che ha capacità di spesa. È una classe di età dove ancora non ci sono famiglie, perché la tendenza è quella di sposarsi più avanti negli anni. Non si può puntare su artisti comunicati all'ultimo minuto, senza una programmazione anticipata. Altrimenti come fanno gli alberghi a fare la promozione se il programma è comunicato qualche giorno prima? La Notte Rosa è da mantenere ma va rivista”.
Leardini ha sollevato anche il tema più generale della notte e della musica al Marano considerata una follia. Che ne pensa?
“La chiusura di certi locali è stata una scelta obbligata. Il mondo della notte va ripensato, occorrono imprenditori che abbiano voglia di investire in qualcosa di nuovo. Gli ospiti che arrivano nei nostri alberghi cercano leggerezza, spensieratezza. Occorre rendersi conto che il mondo delle discoteche è cambiato, che ha meno appeal rispetto a un tempo. Devo essere trovati i locali giusti, con la musica giusta. E poi bisogna fare anche un discorso di sinergie territoriali. Se si va a Ibiza, si scopre che c'è spazio per le famiglie con bambini e per i i giovani. Non nello stesso luogo, anche noi dobbiamo pensarci come Riviera complessiva, anche all'estero ci pensano così. Non dobbiamo essere provinciali o campanilisti, Rimini contro Riccione o viceversa. Ogni Comune può avere una sua specifica vocazione. E non bisogna essere ancorati al passato, bisogna seguire le nuove tendenze”.
Per un turismo di qualità anche gli alberghi avrebbero bisogno di riqualificazione, non crede?
“Gli alberghi si stanno riqualificando, alcuni lo hanno già fatto. A Riccione abbiamo un'offerta diversificata, non solo hotel di lusso ma anche 3 stelle e pensioni. Per investire occorre avere fiducia nel futuro ed è forse ciò che manca alle nuove generazioni rispetto ai loro genitori. Però gli investimenti sono necessari adesso, perché i cambiamenti avvengono velocemente. Certo che se la battaglia la si fa sui prezzi e non sulla qualità dei servizi, non si va da nessuna parte. Si innesta una catena che poi coinvolge anche il personale, sempre meno qualificato, perché altrimenti avrebbe costi altissimi”.
Non si investe perché i margini sono sempre più risicati?
“Questo è vero, ma non bisogna confondere gli investimenti con i costi. Se si realizza un investimento, si può alzare l'asticella della qualità dei servizi e dei prezzi”.