Palacongressi, consiglio chiuso. La politica si farà solo al bar
Probabilmente ha ragione il Pd quando sostiene che le forze di minoranza chiedono i consigli comunali tematici slno per farsi propaganda. Fanno il loro mestiere, il Pd può sempre rispondere alla propaganda con i fatti che la smentiscono (se è in grado di farlo).
Probabilmente hanno ragione le forze di minoranza quando – per spiegare l’atteggiamento assunto su Rimini Holding - sostengono che è la maggioranza a dover garantire il numero legale, ovvero a dover dimostrare che esiste e sostiene l’azione della giunta.
Quindi tutti hanno ragione e nessuno ha torto? No, non siamo stati improvvisamente presi dalla sindrome del cerchiobottismo.
Vorremmo solo sottolineare un aspetto che nel dibattito nervoso di questi giorni (chiamarlo dibattito è già un complimento) non è per nulla emerso. Il concetto è questo: a prescindere dalle motivazioni che hanno spinto la minoranza a chiederlo, non sarebbe stata una bella occasione, anche per la maggioranza, dar vita ad un dibattito pubblico, trasparente, su uno dei nodi centrali dell’economia e della vita amministrativa, ovvero i debiti del Palacongressi?
Siamo in una città dove la società di gestione dell’aeroporto, alla quale partecipavano insieme politici ed esponenti delle associazioni di categoria, è fallita senza che ci sia stato un luogo, una sede istituzionale, dove le forze politiche e le forze economiche abbiano potuto fare un’analisi, individuare le responsabilità, progettare il futuro. Siamo in una città dove un buco di 52 milioni rischia di passare come semplice routine amministrativa, dove il fallimento di una società pubblica è solo materia per i cronisti di giudiziaria, dove nessuno fa lo sforzo di capire perché si è arrivati a quel punto e come uscirne.
E il Palacongressi, senza per forza cedere ad analogie che potrebbero essere improprie, è comunque un altro caso serio della vita economica e politica della città. Anche questa voragine di debiti vogliamo farla passare sotto silenzio, senza colpo ferire? Nelle sedi istituzionali, si intende, non sui giornali. Già è successo il fatto anomalo che si è saputo di un progetto di privatizzazione diciamo così, “per sbaglio”, solo perché una commissione doveva discutere il bilancio consuntivo di Rimini Holding.
Il consiglio comunale tematico sul Palacongressi era finalmente l’occasione per fare chiarezza. Sempre che, ovviamente, la giunta e i partiti di maggioranza abbiano idee in proposito. Perché se le hanno, fanno male a non esprimerle per paura della propaganda avversaria.
Sì, perché un aspetto balza evidente dalle polemiche di questi giorni: il dibattito politico ridotto a rimpallo di responsabilità su aspetti procedurali. I partiti di maggioranza sembrano presi dalla sindrome fanciullesca del “mi hai fatto un dispetto, con te non gioco più”.
Signori, è finita l’epoca dei giochini. Chi ha qualcosa di sensato da dire – su Aeradria, sui debiti del Palacongressi, sulla privatizzazione della Fiera – lo dica oppure ci risparmi le chiacchiere da bar. Al bar si parla di calcio.