Rimini, nel 2014 l'economia peggio che nel resto della Regione
Lo si sapeva perché durante l’anno non erano mancati i segnali, ma ora è arrivato anche la conferma dal Rapporto sull’economia della provincia di Rimini, presentato oggi al Palacongressi dai promotori, Camera di Commercio e Fondazione Carim.
La conferma è che l’economia riminese nel 2014 non ha avuto una buona performance, specialmente se si confrontano i dati con il resto dell’Emilia Romagna e con l’Italia. È un’amara verità di cui prendere atto: siamo un fanalino di coda.
Le cose non sono andate bene neppure dal punto di vista del fatturato estero, che pure vede molte aziende riminesi ottenere spesso brillanti risultati. Se a livello nazionale l’incremento del fatturato estero si spinge fino a un +3,5% e in Emilia Romagna raggiunge un +3%, a Rimini l’incremento non va oltre l’1,6%.
In generale le imprese riminesi denunciano un calo di fatturato (-2,2%) ed una riduzione di ordini (-2,7), mentre le contrazioni in Emilia Romagna (-0,7%) e in Italia (-0,2%) sono di molto inferiori.
Per quanto riguarda il mercato immobiliare (uno degli indicatori presi in esame dal Rapporto), le cose non sono andate meglio, anche se in questo caso i dati si fermano al primo semestre. Nella provincia di Rimini il calo delle compravendite è stato del 4,7%, mentre in Emilia Romagna c’è stata una crescita del 4,5% e sul territorio nazionale dell’1,4%.
Il rapporto si dilunga anche sulle performance del turismo che pure, come si sapeva, non ha chiuso in positivo: a fronte di un incremento di arrivi dell’1,9& le presenze sono calate del 2,8% (quelle straniere del 3,4%).
Il futuro non ci offre maggiori possibilità di recupero: nel triennio 2015-2017 avremo un tasso di sviluppo dell1,3% contro l’1,5% dell’Emilia Romagna.
Il talk show seguito alla presentazione dei dati è stato piuttosto farraginoso, senza offrire spunti di analisi particolarmente brillanti. Erano stati invitati il professor Stefano Zamagni, Maurizio Ermenti, coordinatore del Piano strategico di Rimini, ed il professor Ruggero Frezza, Cofondatore di M31 Italia srl, collaboratore dell’incubatore Innovation Square.
Il profesor Zamagni ha cercato di rispondere alla provocazione proveniente dal Rapporto: perché le perfomance di Rimini sono peggiori? Zamagni, in particolare, ha citato la partecipazione femminile al mercato del lavoro che a Rimini è del 53% mentre in Emilia Romagna arriva al 66%. È evidente che non è solo problema di crisi. Per reagire, il professor ha auspicato un patto fra i produttore fondato su alcuni principi. Essi sono, nell’ordine: una capacità di critica costruttiva, cioè il superamento del vizio, tipicamente riminese, di contrastare e ostacolare le proposte di altri senza offrire alternative; la lotta ad ogni forma di rendita perché assolutamente improduttiva; il superamento delle carenze del management che, secondo il professor, è ancora quello formato sul modello taylorista mentre l’economia è già post-taylorista; un ruolo strategico della società civile, così come è stato nella stagione del Piano strategico.
A rappresentare la stagione del Piano strategico c’era il suo coordinatore Maurizio Ermeti che ha ricordato le scelte di fondo del Piano: la rigenerazione urbana, la valorizzazione del reddito d’impresa contro la rendita, la coesione sociale e territoriale. Ed ha ancora una volta esaltato il modello di governante emergente dal Piano: non le scelte di un uomo solo al comando, ma una strategia partecipativa che nasce dal basso.