Gli italiani si vergognano a dire che vengono in vacanza a Rimini?
Chi ha ascoltato qualche telegiornale a ridosso di Ferragosto, o letto qualche giornale stampato, si sarà imbattuto in qualche titolo che annunciava certo che nel 2015 le mete preferite dagli italiani per la vacanze erano le regioni del Sud. Da un anno all’altro, non si capisce per quale motivo, per le ferie al mare gli italiani non hanno più scelto la riviera romagnola e i lidi veneti, che dopo Roma sono i due distretti turistici che producono più presenze, ma le spiagge della Sicilia o della Puglia.
La premessa è che il bilancio dell’estate 2015 è positivo: si parla, a seconda delle fonti, di due o di tre milioni in più di italiani che quest’anno sono andati in vacanza. E, stando a questi titoli, si dovrebbe dedurre che sono andati in larga parte al Sud. Possibile?
Giornali e telegiornali hanno tutti utilizzato la stessa fonte, una nota di Federalberghi, l’organismo che raggruppa le associazioni albergatori della penisola. Il comunicato rendeva noti i risultati di un’indagine campionaria, con interviste a 1.201 italiani effettuate dal 22 al 29 luglio.
“Nella generalità dei casi - ha scritto Federalberghi - la vacanza estiva degli italiani è ‘consumata’ in località marine con le Regioni del Sud ad attrarre la clientela.
Oltre il 48%di chi rimane nei confini del Bel Paese si sta recando in Sicilia (18% della domanda), in Sardegna (10,4%), in Puglia (10,1%) ed in Calabria (10%)”. Da questa frase sono nati tutti i servizi che parlano in questa estate di boom del turismo al Sud. Che sicuramente c’è stato (visto che comunque ci sono state più partenze), ma da questa frase doveva sorgere anche un’altra domanda: dove è andato in vacanza il 52 per cento, cioè la maggioranza degli italiani? Il comunicato di Federalberghi non lo dice e giornali e telegiornali non si sono posti il quesito.
A questa originale comunicazione di Federalberghi ne corrisponde un’altra di Confesercenti. Anche questa associazione di categoria ha fatto la sua bella indagine che ha concluso che quest’estate ci sono stati due milioni in più di italiani che hanno scelto d fare le vacanze, anche se la crisi si fa comunque ancora sentire visto che la spesa media è stata di 894 euro a persona rispetto ai 1.022 di cinque anni fa. Bene, e dove sono andati in vacanza gli italiani? Magari a Rimini, dove la vacanza costa meno? La risposta di Confesercenti è questa: “Tra le destinazioni italiane, la più gettonata rimane come lo scorso annola Puglia, che raccoglie il 17% delle preferenze ed è seguita da Sicilia (14%) e Toscana (13%)”.
Viene da chiedersi se questo tipo di comunicazione sia solo casuale e approssimativao (tanto chi mai andrà a contare i turisti?) o non sia sintomo di qualcos’altro. Se la Puglia fosse davvero la destinazione più gettonata non si capisce per quale motivo, stando almeno ai dati ufficiali Istat, tutta la regione realizzi due milioni di presenze in meno rispetto alla sola Riviera di Rimini. Colpisce inoltre la concordanza delle indagini delle due associazioni, unanimi nell’indicare nelle regioni del Sud le destinazioni preferite dagli italiani.
Sul perché possiamo solo avanzare due ipotesi. Gli italiani, quando sono intervistati su dove vanno in vacanza, si vergognano a dire che vengono a Rimini. Come quando sono intervistati sul partito da votare: normalmente quanti votano a destra tendono a tacerlo perché non è politically correct. Significa allora che dichiarare di fare le vacanze a Rimini non è alla moda, anzi è una scelta di ripiego di cui tacere o vergognarsi? Se questa fosse la percezione, sarebbe drammatico per Rimini più di un effettivo calo di presenze. E la nuova “narrazione” di Rimini divulgata dal sindaco Gnassi? A quanto pare, non pervenuta. Comunque la domanda posta è legittima, visto i risultati delle indagini di Federalberghi e Confesercenti e considerato il fatto che, a dispetto di queste indagini, anche quest’anno Rimini e tutta la riviera romagnola faranno certamente più presenze della Puglia. Oppure - ci chiediamo - sono gli estensori della nota che hanno pensato che fosse più a la page, più capace di fare notizia, indicare dove va in vacanza il 48 per cento degli italiani (le regioni del Sud) e tacere sulle scelte della maggioranza, cioè del 52 per cento? Magari hanno pensato: se diciamo che vanno a Rimini, non ci riprende nessuno, troppo scontato. Anche in questo caso la domanda immediata è su quale percezione abbiano di Rimini (o anche dei lidi veneti) questi dirigenti di associazioni di categoria se li considerano statisticamente irrilevanti anche quando sono statisticamente maggioritari. Un bel mistero.
C’è, in teoria, anche una seconda ipotesi: che questi abbagli non siano casuali o frutto di approssimazione, ma siano voluti. Sarebbe un disastro ancora maggiore. Avete presente la teoria della profezia che si autoavvera? Cioè quando una predizione produce l’evento e l’evento verifica la predizione? Quindi a forza di dire che gli italiani preferiscono le regioni del Sud, alla fine qualcuno si convince e vuole essere anche lui alla moda e parte per la Sicilia. No, non gridiamo al complotto, è solo un’ipotesi che senz’altro è sbagliata.
Ma, da qualsiasi verso la si prenda, questa comunicazione sulle mete preferite dagli italiani non sta in piedi. Quel che è grave è che è stata ampiamente divulgata dai mass media.