Cattolica, Pd allo sbando e gli avvertimenti di Gambini
La storia insegna che bisogna seguire con attenzione i movimenti alle periferie dell’impero perché prima o poi finiranno per raggiungere anche la capitale.
Ecco perché in questi giorni i riflettori sono puntati su Cattolica, anzi dovrebbe esserci ancor più attenzione su quanto succede nell’estrema periferia sud della provincia di Rimini. In un Comune dove il defunto Pci prendeva percentuali davvero bulgare, ora abbiamo un Pd spaccato, con una parte che sta con il sindaco Piero Cecchini ed un’altra, guidata dal segretario del partito, contro. Ma detto così non è ancora chiaro. Spieghiamo meglio. All’ultimo consiglio comunale si doveva votare la vendita di una farmacia comunale: il risultato è stato di 7 a 6 in favore di chi non voleva alienare. Quattro consiglieri comunali del Pd non si sono presentati in aula in coerenza con le indicazioni del segretario comunale Alessandro Montanari che è contrario alla vendita. Tre consiglieri, invece, si sono presentati ed hanno votato a favore della proposta del sindaco. E cosa fa il segretario del partito: dice che quei consiglieri fedeli al sindaco sono fuori, perché la linea è di essere contro il sindaco (che è un uomo del Pd). Ecco, adesso forse è più chiaro il marasma politico che regna in casa democrat a Cattolica e la vicenda assume quindi il valore simbolico di un Pd che, non solo a Cattolica, è allo sbando. Si può permettere che si vada al voto in consiglio comunale su un tema così importante senza evitare una contrapposizione frontale fra Pd e sindaco? La ragionevolezza dice che queste sono situazioni da evitare e che quando accadono significa che nessun ha mosso un dito per evitarle.
E infatti all’indomani della clamorosa votazione che lo ha messo in minoranza, il sindaco ha dichiarato che lui aveva tentato di arrivare ad un accordo, ma che non ha trovato alcun interlocutore disponibile: «Mi riferisco – ha dichiarato al Carlino - alla lettera da me inviata il 13 agosto scorso a Montanari, così come al segretario provinciale Pd Magrini e all’ex Capogruppo Luca Ercolessi, una lettera dai contenuti profondamente democratici e orientati verso l’apertura e il dialogo. Tale lettera è stata scritta a seguito di due riunioni intercorse tra i soggetti sopracitati e gli assessori Cibelli, Ubalducci e il sottoscritto, con la finalità di evidenziare in maniera chiara gli obiettivi da perseguire da qui a fine legislatura. Ma questa missiva, caratterizzata da toni propositivi e conciliatori, non ha ricevuto risposta». Cecchini insomma ha imparato a sue spese ciò che è lo slogan che accompagna la segreteria di Juri Magrini: non pervenuta.
È evidente che a questo punto ciò che conta non è tanto il merito della vicenda (su cui si può discutere) quanto il risvolto politico. Il merito è che nel 2015 non ha alcun senso che il Comune faccia il farmacista. Ma il fatto di vendere solo una farmacia su due e che il ricavato serva per asfaltare le strade, ha fatto storcere il naso anche agli alfieri delle privatizzazioni. Come ad esempio un noto iscritto al Pd di Cattolica, l’ex senatore Sergio Gambini che affida le sue riflessioni ad un lungo intervento pubblicato sul sito del partito. E infatti Gambini liquida velocemente il merito, per arrivare al nodo politico della vicenda: durante il mandato di Cecchini, che ha il merito di aver rimesso a posto i conti del Comune, “il consenso per il centro sinistra si è ridotto (non è facile fare capire la necessità del rigore finanziario) ed il Pd è risultato più solo, meno capace di produrre alleanza”.
Per l’ex senatore, guardando i numeri, le prospettive non sono rosee: “Con il 43,18% ottenuto alle regionali si va al ballottaggio e, ovunque si è votato dove il PD governa, negli ultimi anni, i voti del M5S e della destra al secondo turno si sommano e spesso sono sufficienti per sconfiggere il centro sinistra, come è avvenuto a Livorno o a Perugia.
A Cattolica il M5S miete successi decisamente più grandi che altrove. Alle ultime regionali ha superato il 20%, sei punti percentuali in più della media regionale. Il capoluogo di provincia dove è andato meglio è stato Rimini, ma è arrivato solo al 17%. Il suo boom qui è stato alle politiche del 2013. 3218 voti, sono tanti. Chi ha votato il M5S nel 2013 può votarlo ancora nel 2016 e se si ripetesse quello zoccolo di consenso il ballottaggio per i sostenitori di Grillo potrebbe essere una passeggiata.
C’è qualcosa di più, in termini assoluti nelle consultazioni degli ultimi anni, a Cattolica, il PD va molto meglio nelle elezioni di valore nazionale che in quelle di carattere locale. Solo1688 voti alle regionali 2014. 4104 voti alle europee del 2014. 3297 voti alle politiche del 2013. Di nuovo solo 2181 voti alle comunali del 2011.
Insomma quando si da un voto locale ci mancano dai mille e cinquecento ai duemila cinquecento elettori, un’enormità”.
Gambini interviene quindi sui sondaggi (smentiti dal partito) che si sarebbero rivelati disastrosi per l’amministrazione, tanto che ne sono stati fatti due, uno di seguto all’altro per verificare se gli orientamenti dell’elettorato fossero davvero così negativi: “A me, comunque, per essere preoccupato, molto preoccupato, bastano i risultati elettorali più recenti.
Leggendo quei dati c’è un altro insegnamento che dovremmo valutare con attenzione. Alle ultime comunali il nostro candidato sindaco, al primo turno, ha preso cinque punti percentuali in meno della somma dei partiti della coalizione. Il 48%, contro il 53%. Vuol dire che senza valorizzare le alleanze non si vince”.
L’intervento di Gambini sul sito del partito precede il voto del consiglio comunale che ha visto lista Arcobaleno e Officina Civica (per l’ex senatore potenziali alleati del Pd) votare contro la vendita della farmacia, quindi teoricamente in coerenza con la posizione del segretario Montanari. Ma l’impressione è che il pasticcio sia più complesso.