Capodanno 2016 e turismo, fra enfasi e numeri reali
Premessa: che il capodanno 2016 a Rimini, a Riccione e nelle altre località della Riviera sia stato un successo di pubblico, è un dato incontrovertibile. Le piazze erano piene, la gente ha ascoltato musica, ballato, brindato, si è divertita gratuitamente. Tutto questo non è in discussione. Ciò che invece fa ancora una volta sorridere è l’immancabile enfasi con cui questo successo di pubblico viene raccontato.
Si ripete il solito “vizietto” di sparare i numeri a caso, con l’unico criterio di aumentarli rispetto all’anno precedente. Al capodanno 2015 di Rimini avevano partecipato 130 mila persone, al capodanno 2016, fra Marina Centro e centro storico sono stati in 150 mila. Era l’ultimo capodanno della legislatura e quindi il sindaco Andrea Gnassi doveva poter dichiarare che è stato il massimo fra tutti i “capodanno più lunghi del mondo” celebrati sulla foce del Marecchia. Tale enfasi, tale ripetuta “ansia da prestazione” fa dimenticare che 150 mila persone vuole dire una quantità uguale a tutta la popolazione di Rimini. È forse possibile che tutti gli abitanti di Rimini possano stare fra la marina e il centro storico? No, non è possibile, nemmeno con il beneficio della rotazione, anche perché ciascuna di quelle persone almeno due tre ore ci è stata, e la notte non è eterna.
L’altro aspetto dell’enfasi è che questo “miracolo” delle piazze piene per spettacoli gratuiti sia un’esclusiva di Rimini, frutto di idee geniali che si coltivano nella città di Gnassi. Le cronache e le immagini dei Tg ci hanno mostrato piazze piene in tutte le città italiane dove ci sono stati eventi. Ed anche la vicina Santarcangelo, che ci ha provato per la prima volta, ha raccolto il suo bravo successo.
Ed infine l’altro aspetto su cui si enfatizza è sul numero dei turisti che hanno riempito gli alberghi, facendo passare il capodanno per una sorta di ferragosto invernale. In questo caso si sorvola sui numeri reali, che invece sono a disposizione. Nel 2014 dal 24 dicembre al 6 gennaio la provincia di Rimini ha registrato 118.101 presenze, con una media di 8.435 presenze al giorno. Ricordare i dati dell’anno scorso, aiuta ad inquadrare quelli di quest’anno di cui siamo in possesso.
Alla vigilia del capodanno si è parlato di 500 hotel aperti a Rimini, 130 a Riccione. Nel comunicato post capodanno della Regione si è parlato di 700 alberghi aperti in tutta la Riviera per un totale di 65 mila posti letto. E quando la Regione parla di Riviera intende dai lidi ferraresi a Cattolica. In effetti, in provincia di Rimini gli alberghi annuali (dati 2014) sono 474 per un totale di 30 mila posti letto.
Un numero che non contraddice quello delle strutture ricettive che il 31 dicembre, giorno di picco, hanno trasmesso i loro dati all’osservatorio della Provincia: 413. Non tutti gli hotel trasmettono in via telematica, quindi si può immaginare che siano stati 413 su un totale, arrotondiamo in eccesso, di 500. Ebbene al 31 dicembre negli indicati 413 alberghi hanno pernottato 21.201 persone, con una media di 51 clienti per hotel. Quindi in totale si possono ipotizzare circa 25 mila presenze nella notte di San Silvestro: sarebbe un dato certamente positivo, specialmente se lo si confronta con le 118 mila presenze totali dell’intero periodo natalizio del 2014. Possiamo vedere i dati distinti per Rimini e Riccione. A Rimini 226 alberghi per un totale di 11.494 presenze, nella media di 51 persone per hotel. A Riccione 87 alberghi e 6.462 pernottamenti, con una media di 74 persone per hotel. Quindi se c’è stato un quasi pieno per gli hotel aperti, questo si è verificato a Riccione.
Si è parlato anche di un boom di presenze nei giorni successivi. A livello provinciale le presenze scendono a 17.297 già il 1 gennaio, il giorno dopo crollano a 10.218, domenica 3 gennaio si dimezzano a 5.838. Oggi 5 gennaio sono circa 4.500, il trend sembra decisamente incanalato verso la normalità. La stragrande maggioranza dei turisti ha fatto due notti, nessun boom.
Certamente questi sono solo dati provvisori (ma i definitivi di solito non si scostano in modo clamoroso) che però ci dicono che sui presunti 150 mila di Rimini, i turisti veri e propri (cioè quelli che pernottano) non arrivavano a 12 mila. Gli altri si chiamano escursionisti (arrivati per la festa e poi ripartiti) o cittadini residenti. Il Comune di Rimini si rivela un ottimo organizzatore per il divertimento di chi abita a Rimini e dintorni, ma qualcuno dovrebbe spiegare cosa centri tutto questo con il turismo. Anche di questo dato si dovrebbe tener conto quando si sparano cifre come 15 milioni di euro di indotto del Capodanno riminese. Ma finché il Comune o chi per lui non si decide ad adottare criteri scientifici per verificare la validità degli eventi, saremo sempre costretti alle valutazioni “spannometriche”.