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Economia, occupazione in crescita ma non nel turismo

Venerdì, 18 Marzo 2016

Il mercato del lavoro è uno degli indicatori dello stato di salute di un’economia. I dati riferiti alla provincia di Rimini nel 2015 (presentati oggi in Sala Manzoni nell’ambito del 22° Rapporto sull’Economia della Provincia di Rimini 2015-2016, promosso dalla Camera di Commercio di Rimini e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini) restituiscono un quadro dove a segnali certamente positivi si aggiungono segnali negativi. Se da una parte è confermata una timida ripresa, dall’altra emerge come Rimini abbia le performance più negative rispetto al resto della Regione.

In provincia di Rimini nel 2015 ci sono stati 58.404 avviati (lavoratori che hanno instaurato almeno un rapporto di lavoro dipendente nell’anno), con una variazione rispetto al 2014 (56.775 avviati) del +2,9%. È questo è un dato positivo che in vertenza una tendenza negativa che durava tre anni.

Il settore del turismo (alberghi, ristoranti e pubblici esercizi) raccoglie il 47,1% degli avviamenti e ciò conferma la forte propensione dell’economia riminese a questo settore; perà nel turismo si registra una flessione pari a -6,6%, a differenza delle variazioni positive avute nella manifattura (+12,3%), nelle costruzioni (+27,1%), nel commercio (+10,7%) e nelle altre attività del terziario (+3,6%).

La quota di rapporti di lavoro a tempo indeterminato raddoppia rispetto al 2014, soprattutto grazie agli interventi legislativi (incentivi alla stabilizzazione e Jobs Act).

Altre osservazioni interessanti sono quelle per genere, nazionalità ed età degli avviati; la maggior parte degli avviati è di sesso femminile (per il 51,9%), di nazionalità italiana (per il 71,1%) e appartenente alla classe di età over 45 (per il 28,5%); nel 2015 si evidenzia un deciso incremento degli over 45 (+7,7% rispetto al 2014) mentre continua il calo degli avviati giovani (nel 2015 -1,8% per la classe 15-24 anni, -2,2% nel 2014).

Il tasso di occupazione è più basso dei valori medi della Regione e Rimini è l’ultima Provincia della Regione. Scende il tasso di disoccupazione dall’11,1% al 9,5%, che comunque resta il più alto in regione dopo Ferrara. La disoccupazione giovanile è al 23,5%, valore triplicato rispetto al 2008.

L’utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni diminuisce dell’11,7% rispetto al 2014, però aumenta la CIG Straordinaria del 30,6%, unica provincia in Regione.

Le imprese attive sono 34.339 contro le 34.503 del 31 dicembre 2014, con un decremento dello 0,5% (sostanzialmente in linea con il -0,6% dell’Emilia-Romagna, ma superiore al -0,1% dell’Italia); per la seconda volta il numero scende sotto quota 35.000 al di sotto della numerosità pre-crisi (35.593 nel 2008); il numero di imprese per abitante rimane comunque alto (102 imprese ogni 1.000 abitanti), a testimonianza di una diffusa imprenditorialità sul territorio.Le iscrizioni e cessazioni di impresa del 2015 in provincia di Rimini confermano le difficoltà del momento; le cessazioni di 2.868 unità hanno superato le iscrizioni pari a 2.641 unità, determinando un saldo nati-mortalità delle imprese negativo. 

I dati Istat mostrano in provincia di Rimini l’Export in calo dello 0,5% rispetto al 2014 mentre l’Import mostra una variazione del +9,7%; il saldo della bilancia commerciale è positivo (+1.080.209.009 euro in contrazione). Nel contesto regionale solo Ravenna insieme a Rimini registra una variazione negativa delle esportazioni. Il crollo dei flussi turistici dalla Russia ha determinato anche un calo nelle esportazioni (-41,8%), con una quota sul valore del totale esportato (4,9% quinto posto) che scende di quasi 4 punti percentuali rispetto al 2014 (quando era 8,4%, terza) e più che dimezzata rispetto al 2013 (11,9%) quando occupava il 1° posto

Il Rapporto contiene anche alcuni scenari previsionali fino al 2018. Tra il 2016 e il 2018 il tasso medio annuo di crescita del valore aggiunto in provincia di Rimini sarà del +1,4%,inferiore al valore atteso medio annuo del +1,7% per l’Emilia-Romagna e sostanzialmente in linea con il +1,5% atteso per l’Italia.

A livello provinciale la crescita investirà tutti i macrosettori: quelli che ne beneficeranno maggiormente saranno l’industria in senso stretto (+2,4%) e le costruzioni (+2,3%) ai quali seguiranno l’agricoltura (+2%) e i servizi (+1,2%). L’incremento della ricchezza prodotta avverrà già nel corso del 2016 (+1% sul 2015) ma sarà maggiore nel biennio 2017-2018 (+1,6% medio annuo).

Tra il 2016 e il 2018 l’export aumenterà in provincia di Rimini in misura media annua del 4,5%, presentando una crescita superiore rispetto al trend regionale (+4%) e nazionale (+3,3%).

Nel mercato del lavoro riminese tra il 2016 ed il 2018 si evidenzierà una crescita delle unità di lavoro, quantificabile in un +0,7% medio annuo, variazione in linea con quella che si registrerà sia in ambito regionale (+0,8%) che nazionale (+0,6%).

Nel 2018 in provincia di Rimini si attende un deciso calo del tasso di disoccupazione (persone in cerca di occupazione/forze lavoro x 100), in misura pressoché costante di anno in anno, che scenderà al 7,4% (dal 9,5% “a consuntivo” del 2015); sempre con riferimento al 2018, tale percentuale risulterà superiore a quella attesa per l’Emilia-Romagna (5,4%) e inferiore a quella che si avrà in Italia (10%).


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