Certamente sarebbe stato peggio se il bilancio del 2015 fosse stato chiuso con un disavanzo. Accumulare debiti non previsti non è buona amministrazione. Ma ci sembrano del tutto fuori luogo le reazioni entusiaste del’amministrazione e dei suoi fans rispetto al fatto che il progetto di rendiconto della gestione 2015 si sia chiuso con un avanzo di sei milioni di euro. Per un ente pubblico o per un ente no profit l’avanzo di bilancio non è il segno di una gestione virtuosa. Il Comune tassa i cittadini non per accumulare un “tesoretto” di fine legislatura, da utilizzare magari a fini di bassa propaganda elettorale. Il Comune tassa i cittadini e programma le spese per i servizi e gli investimenti, operando in modo che la differenza sia pari a zero o giù di lì.
Può succedere che una tassa dia un maggio gettito rispetto alle previsioni o che certe spese previste siano state leggermente inferiori. Non ci sarebbe nulla da obiettare se l’avanzo fosse di un milione, due milioni. Ma una differenza di sei milioni non è giustificabile.
Nel comunicare la notizia la Giunta Comunale usa espressioni non proprio chiare, quasi volesse dire e non dire: “I cittadini di Rimini, attraverso il prelievo tributario, fanno fronte al funzionamento dei servizi comunali e al contempo, in base ai criteri di perequazione fiscale, versano circa 6 milioni in più rispetto a quanti lo Stato ne trasferisce al Comune attraverso l’IMU”. Cioè, cosa è successo? Perché i cittadini hanno versato di più del fabbisogno? In tempi di pressione fiscale alle stelle, questa non è certo una notizia rassicurante per i contribuenti. L’assessore Gianluca Brasini avrebbe fatto meglio a entrare nei dettagli, senza limitarsi a fornire le notizie che gli procurano applausi.
L’amministrazione informa inoltre che il “tesoretto” sbucato all’improvviso a fine mandato servirà a finanziare la nuova strada di collegamento agli impianti di Santa Giustina, la realizzazione della Palestra del Villaggio I maggio, il finanziamento di un altro stralcio di lavori per il movimento franoso di Via Serra e Via Marignano.
Il “tesoretto” viene così utilizzato per mettere a tacere il malcontento in certe zone della città e a rispondere ad esigenze che da tempo erano sotto gli occhi di tutti.
La concomitanza con la campagna elettorale induce a pensare ad un sapiente escamotage (il classico coniglio dal cilindro) per rastrellare consenso sulla pelle dei cittadini contribuenti.
P.S. In una relazione tenuta a Rimini nel lontano 2002 nel corso del primo convegno nazionale degli Osservatori sui Bilanci degli enti locali, si poteva leggere "Un forte avanzo connesso ad aumenti di aliquote o tariffe di tributi e servizi comunali può essere un grave sintomo di cattiva programmazione finanziaria. Cioè un eccesso di pressione tributaria e tariffaria rispetto ai bisogni reali per finanziare i servizi comunali".
E ancora: "E’ legittimo e corretto utilizzare entrate correnti per finanziare investimenti. L’applicazione dell’avanzo è di fatto uno spostamento di risorse correnti per fini di investimento. Tuttavia l’avanzo non è un utile, ma è risparmio pubblico e può essere il risultato di un eccesso di prelievo fiscale rispetto alle esigenze di spesa dell’ente locale. E’ necessario capire se l’avanzo di amministrazione è un obiettivo cosciente. Gli amministratori locali decidono in modo premeditato tutti gli anni di spendere meno e incassare di più di quanto formalmente previsto nel bilancio di previsione? Oppure, al contrario, subiscono e accettano la produzione di avanzi senza averlo coscientemente deciso?".
Ecco altre domande a cui l'assessore Brasini dovrebbe rispondere.