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Sanità e campanili? No, grazie, abbiamo già dato

Martedì, 06 Settembre 2016

Persino il capogruppo in consiglio comunale della Lega, Marzio Pecci, esponente di un partito che dipende totalmente dalla direzione forlivese di Jacopo Morrone, ha sentito il bisogno di prendere carta e penna per proclamare che “L’eccellenza del reparto di oncologia è stata costruita in anni di incessante lavoro con il sacrificio di tanti operatori sanitari ed oggi non può essere cancellata con un tratto di penna a favore di Forlì”.

Pecci sposa senza colpo ferire le posizioni espresse dall’ex sindaco di Rimini ed ex primario di oncologia Alberto Ravaioli che in un articolo ha evidenziato le nubi grigie che si starebbero abbattendo sulla sanità riminese. Ravaioli ha sostenuto tesi che sembrano piacere molto ad una certa area del centrodestra, Prima di Pecci anche i capogruppo in consiglio regionale Tommaso Foti aveva presentato un’interrogazione mostrandosi preoccupato per i destini della sanità, tutti a favore di Forlì e Ravenna e a scapito di Rimini.

Cosa aveva detto Ravaioli? Ravaioli aveva letto le “Linee di indirizzo per la riorganizzazione ospedaliera” della Ausl Romagna ed aveva scoperto che la chirurgia oncologica avrebbe trovato la sua sede preminente a Forlì, mentre a Rimini restava la specializzazione in chirurgia pediatrica. L’ex primario, peraltro di origine forlivese, prevedeva inorridito un flusso di pazienti che andranno a farsi operare a Forlì.

Senza entrare nel merito delle linee dell’Ausl (tutto può essere migliorabile e meglio adattabile alla situazione), quel che lascia perplessi è l’assunzione della logica di campanile come criterio per giudicare la bontà o meno di un piano sanitario. Senza essere medici e chirurghi, ciascuno di noi capisce che la sua salute è in buone mani quando ad intervenire è un professionista che ha accumulato esperienza e dispone delle più moderne tecnologie. Dove si trovi la sala operatoria, lo interessa molto meno. Creare dei poli specializzati significa incrementare questi luoghi dove, grazie a tecnologie e professionalità, si interviene con maggiore competenza. Ma a Forlì? Ma a Ravenna? Certo anche a Forlì e anche a Ravenna. Ai cittadini pazienti interessa poco dover fare un percorso di cinquanta chilometri se il risultato è una maggiore sicurezza per la propria salute. Andare in auto da Rimini a Forlì, ci si impiega molto meno che passare da un punto all’altro di Milano. I cittadini questo lo sanno benissimo, e già si muovono, grazie alla libertà di scelta, per andare a farsi curare dove si sentono più garantiti. Non è immaginabile che nel terzo millennio sia ancora questa ottusa logica di campanile (alla quale corrispondo spesso interessi corporativi) a governare le scelte politiche e amministrative.

Eppure l’ex sindaco di Rimini un esempio di dove porta questa logica ce l’ha sotto gli occhi, visto che le relative scelte sono state compiute sotto il suo mandato. Nella provincia di Rimini abbiamo due palacongressi, uno a Riccione e uno a Rimini. Ed entrambi stanno faticando per la propria sopravvivenza, con pesante carico finanziario sulle spalle dei contribuenti. Alla logica dei doppioni in omaggio alle logiche di campanile Rimini ha già pagato il suo tributo. Non c’è bisogna di fare altri danni.


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