Vai ad un aperitivo con Carlo Conti, candidato sindaco di Patto Civico, e se ne ascoltano delle belle. Il discorso scivola ben presto sull’esigenza che Riccione esca dall’isolamento, che si sviluppi un turismo di qualità (con un occhio rivolto a Ibiza), e Fabio Ubaldi, capolista, ex Pd ed ex competitor di Renata Tosi nel 2014, sostiene convinto che lui, senza aspettare che si muova lo scalo di Rimini, punterebbe tutto ad un rapporto con l’aeroporto di Bologna. “Avessi un milione da investire in promozione, lo metterei lì. Cos’è mai un’ora di distanza? E’ la stessa di tutti i grandi aeroporti europei. Dobbiamo collegarci con chi oggi manifesta grandi potenzialità”. Il candidato sindaco Carlo Conti ascolta perplesso e avanza una perplessità: “Beh, se l’aeroporto di Rimini funzionasse, io sarei contento”. Ma ad Ubaldi ormai si è aperto il file e replica: “Anche io sarei più contento se il Trc non fosse stato fatto, Ma ormai c’è. E magari usiamolo per andarci a prendere i turisti che arrivano a Rimini”.
Scampoli di campagna elettorale in presa diretta. Ad ascoltare Conti un gruppo di giovanotti fra i venticinque e i trent’anni, e qualcuno più avanti nell’età, come Oscar Del Bianco, storico commerciante di viale Ceccarini. Il quale, essendo mancato più di un mese da Riccione chiede perché mai questa lista, che doveva essere alleata del Pd, adesso corre da sola. Gli si risponde che queste cose “politiche” non interessano i ragazzi, e si va avanti su altro.
Conti batte sui tasti della sua campagna: c’è bisogno di ritrovare un senso di comunità, la città è stata divisa, basta vedere come ci si tratta sui social. Spiega che lui non aveva mai fatto politica e che nel 2014 si è ritrovato assessore senza neppure aver partecipato alla campagna elettorale. Insiste che è stato interrotto un dialogo con la città: quattromila firme contro il Trc sono rimaste carta straccia e la Tosi ha fatto promesse che non poteva mantenere. Se si vuole il bene della città, è necessaria capacità di mediazione, volontà di trovare accordi. Snocciola i progetti che metterà in campo nei primi cento gironi: ricollegare il paese con il mare, la riqualificazione di piazza Unità, il ripensamento di viale Ceccarini, un intervento sulla zona del porto con un ponte che colleghi i due lungomare e il parco dello sport. Riccione, infine, deve uscire dall’isolamento in cui si è cacciata e fare sistema con le altre località.
I ragazzi lo portano subito a parlare della notte. Conti si tuffa a pesce spiegando che quello degli orari rischia di diventare un falso problema, il punto di alzare la qualità del divertimento notturno. Certamente nell’area del Marano si era andati troppo in là, è stato messo uno stop, ma adesso bisogna ricominciare e andare avanti. Arriva a dargli man forte Claudio Tamburini, gestore del Mojito e candidato nella sua lista, spiegando che gli imprenditori della notte hanno bisogno di certezze. “Quest’anno per la prima volta sappiamo in anticipo quali sono gli orari perché c’è il commissario. Gli altri anni si cominciava in un modo e si cambiava nel corso della stagione”. Il discorso scivola sulla scarsa qualità dei locali notturni attualmente esistenti. Conti spiega che non è il Comune a dover decidere come la gente si debba divertire; gli imprenditori devono fare le loro proposte e l’amministrazione deve dare risposte certe in tempi brevi.
Se l’aperitivo serale è con i ragazzi, a mezzogiorno del giorno dopo Carlo Conti partecipa alla presentazione della seconda lista, Riccione Viva, che sostiene la sua candidatura. A guidarla è l’ex coordinatrice comunale di Forza Italia, Licia Fabbri, il cui cuore – racconta – è rimasto con i berlusconiani, ma, non avendo condiviso la scelta del candidato sindaco, si è messa in libera uscita. E giù con un violento attacco a Renata Tosi, espressione della “politica del no”, del “colpire, affondare e mai ricostruire”, del “tanto peggio tanto meglio”. In lista c’è anche Johnny Bezzi, già presidente dell’istituzione Riccione per la cultura, che assicura che tutto ciò che è riuscito a fare è stato “non grazie ma nonostante il sindaco Tosi”, che in due anni ha ridotto i fondi da700 a 200 mila euro. Sostiene che con i soldi spesi per iniziative discutibili come i villaggi Far West si potevano realizzare qualificate mostre d’arte. Prende la parola un altro candidato, Andrea Speziali, giovane esperto d’arte, per lamentare che su tante proposte inviate in Comune non ha mai ricevuto risposta.
Conclusione con l’ultimo siluro a Renata Tosi. “L’ex sindaco – ha sostenuto Conti - comunica sui social come se fosse ancora alla guida dell’amministrazione comunale”. E cita un post su Facebook relativo alla collaborazione delle forze dell’ordine. “Scriveremo al commissario – annuncia Conti – per sapere se questo comportamento è legittimo. C’è un reato che parla di usurpazione di funzioni pubbliche. Non crediamo che la Tosi continui a fare il sindaco, ma il modo con cui comunica può indurre le persone nell’errore”.