Il pendolo al momento oscilla fra grandi visioni strategiche e un piccolo, ma redditizio, cabotaggio quotidiano. Si spera che, fra tante oscillazioni, il pendolo possa finalmente fermarsi e segnare l’ora dell’effettivo rilancio dell’aeroporto di Rimini.
Gli occhi del sistema turistico locale sono puntati su Airiminum 2014, la società di gestione, ed hanno la forma di un gigantesco punto interrogativo.
Proprio nei giorni in cui venivano cancellati prima i voli di Air Berlin e poi quelli di Condor per Francoforte, e nessuna novità di rilievo veniva annunciata, la società emetteva uno dopo l’altro comunicati trionfalistici sui guadagni realizzati nel 2016 e annunciava un evento dal titolo davvero impegnativo “First Adriatic Travel Forum – Rimini aeroporto e la governance del traffico turistico da Germania, Russia e Cina nella costa adriatica centrale”.
Cosa bolle in pentola? “Vi è l’idea – dice Airiminum - di sviluppare delle sinergie tra gli aeroporti della piattaforma turistica adriatica centrale (ovvero Rimini, Ancona e Perugia) e partnership strategiche con aeroporti internazionali, di creare un prodotto turistico integrato che sappia esprimere al meglio le eterogenee potenzialità dei territori e, infine, di sviluppare una strategia commerciale della piattaforma turistica comune basata su un approccio di profit sharing".
Ne sapremo di più lunedì 15 maggio, giorno del Forum, circa quali vantaggi possa portare a Rimini questa triangolazione con Perugia ed Ancona, un aeroporto, quest’ultimo, per il quale il Pm ha chiesto il fallimento e la Regione Marche ha risposto con una leggina ad hoc che stanzia 21 milioni di euro per ripianare il deficit.
In attesa di lumi, è possibile fare il punto su cosa è successo dal 14 aprile 2016, giorno in cui la società, finalmente libera dalle spade di Damocle delle sentenze, ha presentato i suoi programmi.
L’amministratore delegato Leonardo Corbucci spiegò in quell’occasione che le linee portanti sarebbero state economicità della gestione e sviluppo del traffico. Fu detto che doveva cambiare il modello su cui fino a quel momento si era retto il Fellini: solo o quasi voli charter, 72 per cento del traffico proveniente dalla Russia, funzionamento solo nei tre mesi estivi, anzi per essere più precisi in soli quindici/sedici giorni, di solito al sabato dalle 17 alle 21.
Corbucci poi aveva insistito su un punto: d’ora in poi la ricchezza sviluppata dall’aeroporto doveva essere meglio distribuita fra i protagonisti della filiera.
Certamente su quest’ultima priorità Corbucci è stato molto puntuale: vedi la vertenza con i taxi, il conflitto con l’aeroclub, la rottura del rapporto con Aircoop che gestiva il bar dell’aeroporto.
Sul resto i risultati, finora, sono apparsi più scarsi. Nei voli in programma per la stagione estiva, se non abbiamo contato male, 47 sono charter, 29 di linea, più qualche volo straordinario, cioè una tantum. Dei voli stagionali in programma, una cinquantina sono per Russia, Bielorussia e Ucraina. Quindi lo zoccolo duro rimane ancora quello. Nell’aprile scorso erano stati annunciati voli per Olbia (non ci sono), per la Germania (sappiamo come sono finiti), Praga, Amsterdam, Bruxelles (non ci sono), Zurigo (c’è solo un volo straordinario il 18 maggio. Ci sono poi alcuni voli per Tirana e poco altro. Se si fanno questi conti, è perché i dirigenti di Airiminum avevano sempre ribadito di non guardare ai primi magri risultati del 2016, ma alla vera stagione d’inizio, il 2017, perché solo per quest’anno ci sarebbe stato tutto il tempo per contattare le compagnie e stendere programmi più ambiziosi. Al momento non si sono visti.
Da aprile 2016 ad oggi, Airiminum, in occasione del TTG, aveva lanciato anche l’idea di “un nuovo meccanismo sistemico fondato esclusivamente da soggetti privati, che vada ad affiancarsi e ad operare in modo sinergico con gli strumenti istituzionali già previsti dal settore pubblico per la promozione del territorio romagnolo e la crescita dei flussi turistici.” Non è ben chiaro che fine abbia fatto questa idea. Il 14 marzo viene data notizia di un incontro con gli hotel aderenti al Club destinazione Romagna per creare “un sistema di shuttle privati che collegheranno l’aeroporto con gli alberghi principali della riviera romagnola già a partire dalla stagione in corso”. Era questo lo strombazzato nuovo sistema turistico?
Negli ultimi giorni è invece tornata d’attualità una parola che, dopo il disastro di Aeradria, sembrava bandita: co-marketing. Intervistato dal Resto del Carlino a proposito dei voli cancellati dalla Germania, l’assessore regionale al turismo, Andrea Corsini, ha detto: «Incontreremo Airiminum, cercando anche di capire se è possibile dare contributi di co-marketing attraverso dei bandi pubblici».
Il giorno dopo, la presidente Laura Fincato, sempre intervistata dal Carlino, ha affermato che «sarà difficile aumentare i voli su Rimini, dalla Germania e da altri paesi strategici per la Riviera, se non riceveremo il concreto sostegno economico di operatori privati e istituzioni». E poi ha aggiunto: «Per aumentare il traffico servono voli di linea e low cost, ma da soli non possiamo farcela». Ed infine ha chiuso il cerchio: «Mi sono piaciute le parole dell’assessore regionale al Turismo Corsini, che ha riconosciuto la necessità di trovare la formula per erogare contributi di co-marketing».
La novità è rilevante. Da una parte, per la prima volta Airiminum afferma di non disdegnare il ricorso a contributi pubblici di co-marketing. La società si era presentata affermando che mai più un euro pubblico sarebbe stato speso in aeroporto, che tutto il peso sarebbe stato a carico degli azionisti privati. Per la prima volta si parla di possibili voli low cost, in precedenza mai citati nei programmi via via annunciati. Dall’altra parte, la Regione, titolare delle politiche turistiche, si dice pronta a sedersi al tavolo per discutere di possibili azioni di co-marketing.
A più riprese, nei mesi scorsi BuongiornoRimini ha sostenuto che la gestione privata dell’aeroporto, legittimamente e doverosamente attenta ai conti, non poteva prescindere da un virtuoso e fecondo rapporto con il territorio, al servizio del quale è posto l’aeroporto. Quindi ben venga una discussione seria sul co-marketing, se ciò significa azioni di sostegno allo sviluppo dei voli nel rispetto della normativa europea e delle tasche dei contribuenti.
C’è da augurarsi che il convegno del 15 maggio porti qualche interessante segnale.