Da elettore e sostenitore di Renata Tosi ad elettore di Sabrina Vescovi il prossimo 11 giugno 2017. È il singolare itinerario di Giancarlo Pasini, avvocato, persona che nel passato ha avuto un ruolo nella politica locale. È stato assessore della giunta Masini dal 1994 al 1999 (“Quando Riccione giocava in serie A”), ed è stato anche presidente di Aeradria e dell’Ept. “E’ vero – spiega – nel 2014 ho fatto tutto ciò che potevo per sostenere Renata Tosi in campagna elettorale. D’altra parte, il Pd aveva rinnegato la giunta precedente, visto che aveva voluto il cambio del sindaco”. Pasini afferma che non gli è piaciuto per niente il modo in cui è stata scritta la parola fine alla giunta Tosi. “Non si va dal notaio, si dicono le cose apertamente ai cittadini e si aspetta che siano loro a giudicare”. Detto questo, Pasini non si aggiunge però a coloro che ritengono che Renata Tosi debba portare a termine il lavoro bruscamente interrotto. “Bisogna tirare un po’ di somme. Oggi la città vive una conflittualità che non si era mai vista prima. Tutti i sindaci, quando sono eletti, dichiarano solennemente di voler essere sindaco di tutti, anche di chi non li ha votati. A Riccione con la Tosi non è stato così. Si sono innescati conflitti con le associazioni di categoria, con quelle di volontariato, con il sindacato. Una giunta deve consentire a tutti gli spazi di agibilità politica, anche a chi non è d’accordo. Non deve distinguersi per chiusura. Non sono ammissibili le liste di proscrizione”.
Quindi, tirando le somme? “Quindi oggi scelgo Sabrina Vescovi perché la conosco bene. C’è bisogno che a guidare la giunta ci sia una persona di grande esperienza. Sabrina ha queste caratteristiche: è stata assessore, presidente del consiglio comunale, adesso è nella Camera di Commercio. È una persona che conosce le leggi e i bilanci”.
Pasini ritiene anche che le liste civiche abbiamo mostrato evidenti limiti, specialmente nel collegamento con l’esterno. “Riccione non può essere isolata da tutto. Occorre integrazione: Riccione ha bisogno di Rimini e Rimini ha bisogno di Riccione. Insieme si deve fare programmazione insieme. E poi non ho mai capito quali fossero i riferimenti politici della giunta Tosi: il sindaco si è qualificato per la lotta al Trc, il vice era un ex socialista di Forza Italia, il segretario di Noi Riccionesi si definisce un renziano di ferro. Non ho mai capito quale fosse il collante. Io sono un socialista craxiano e Craxi era un uomo di sinistra, nonostante il Pci dicesse il contrario. Ancor oggi credo che ci sia bisogno di un riformismo socialista che coniughi i meriti e i bisogni”.
Torniamo per un attimo alla Tosi. “Renata si vanta della sua franchezza. Certamente è un valore. Ma quando non c’è attenzione per le ragioni degli altri, il rischio è che diventi arroganza”. Ma quali sono stati i limiti di questa esperienza amministrativa: “ I limiti lidevono stabilire gli elettori. Oggi siamo costretti a prendere posizione, a compiere le valutazioni che avremmo dovuto fare fra due anni. E vedo che la città non è affatto pacificata. Adesso si propone il ritorno, ma rischia di essere un ritorno peggiore. La maggioranza doveva essere capace di conservarsi grazie ad una buona politica che non c’è stata. E non bastano le firme sugli atti di fedeltà a evitare che si ripetano in futuro certe situazioni”.
Pasini è fra coloro che ritengono necessario che Riccione esca dall’isolamento. Si vuole una città ancora succube di Rimini? “Ho sentito anch’io questa preoccupazione, ma mi sembra fuori luogo. Dobbiamo prendere atto che siamo la stessa squadra, che giochiamo la stessa partita, come si è visto in questo primo week end di giugno da Cervia a Cattolica. Rimini e Riccione vendono lo stesso prodotto e sono due città complementari. Rimini ha bellezze storiche e artistiche che a noi mancano, Riccione ha un tessuto commerciale che Rimini se lo sogna. Un sindaco deve essere capace di integrare. La pista dell’aeroporto comincia a Riccione e finisce a Rimini. L’ultimo capodanno in Tv festeggiato insieme lo realizzammo a Riccione ma l’accordo fu firmato a Rimini. Certo, bisogna avere anche la forza di battere i pugni sul tavolo per costringere a tenere conto della nostra realtà. Ma non serve l’autarchia. Se Gnassi dice che Rimini ha bisogno di Riccione, diamogli fiducia. Oltretutto anche il guru di una lista concorrente dice che Gnassi è una persona seria”.