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Elezioni 2018, il corpo non ci porterà al seggio

Martedì, 23 Gennaio 2018

Astensionismo fisiologico? No grazie, astensionismo della rivolta dei corpi.

Gli studi sul ‘900 hanno chiarito che la democrazia può risultare la forma peggiore di biopotere totalitario. Basta mortificare la persona e i corpi intermedi con le procedure burocratiche. Come sta avvenendo in Europa e in Italia. Il tutto giustificato dalla forza delle maggioranze parlamentari. Ne sono un esempio le leggi sull’eutanasia, sul biotestamento, sulla riproduzione assistita. Non entro nel merito etico, ma dico solamente che la regola-mentazione di ogni aspetto della vita sociale è il sogno di una tecno-scienza, che pensa l’umanità nei termini cartesiani di una macchina senza la rete della solidarietà e responsabilità personale.

Questo sistema è il più efficiente produttore di status quo: il sistema dei mezzi della produzione e del consumo di massa. Fatti fuori i soggetti intermedi della società civile, nei quali vive la responsabilità personale e cooperativa, il risultato è la morte dell’esercizio critico. L’unico che interroga sui fini. Ma quando il pensiero cessa la propria attività, un ultimo sussulto di resistenza viene dai corpi, come narra tanta letteratura.

Alle prossime elezioni si potranno trovare tante sensate ragioni di voto. Per tutti i partiti e in tutte le salse. Ma ormai sappiamo che saranno tutte rigorosamente smentite e allora il nostro corpo resisterà: non ci porterà al seggio. L’ho già sperimentato personalmente in questi giorni: sentendo le varie dichiarazioni dei politici alla tv, una nausea saliva dal profondo e il dito partiva alla ricerca di un altro canale. Non tutto il corpo si ribella allo stesso istante. Si inizia dalle parti periferiche, come i tic nervosi dimostrano. E non tutti i corpi si ribellano nello stesso momento. Ma questa volta saranno tanti!

Nel 2013 l’astensione è stata del 27,75%. Percentuale alla quale si può aggiungere un 6% di schede bianche, nulle e contestate (che è come dire “uscenti”). La somma porta oltre il 33%. Si troverà un altro 17%? Non è fuor di luogo, dal momento che non si tratta di un astensionismo fisiologico delle democrazie, ma di un astensionismo della rivolta dei corpi. Si noti che in 23 anni, tra il 1983 e il 2006, la mortalità elettorale è salita del 10%, e lo stesso trend è stato bruciato in soli cinque anni tra le due ultime tornate elettorali (2008-2013). Nelle elezioni regionali del 2015 ci siamo fermati attorno al 52%, confermando una discesa di dieci punti dalle precedenti. Si dirà che non è ancora la maggioranza. Ma quel che conta veramente è il significato della tendenza. Che ce ne facciamo di un diritto al voto quinquennale, se serve solo ad un costume politico che incrementa l’astensione?

Nell’ultimo terzo di secolo, tutti i partiti hanno abusato dell’elettore e ora si raccomandano di non rinunciare al diritto di voto. Dopo che impunemente hanno tentato di schiacciargli in tutti i modi la dignità facendo votare alleanze che l’indomani litigavano su tutto, eleggere premier ritualmente surrogati, sognare promesse sistematicamente smentite, votare referendum rimangiati, volare su traguardi regolarmente spostati, partorire topolini per eleggere con sistema maggioritario forze proporzionalmente minoritarie, ingoiare rospi come presidenti della Repubblica, …

Quanto credete che possa durare? E’ vero che l’italiano è più accomodante degli altri popoli, preferendo sempre il malgoverno all’anarchia, e questo finora ci ha fatto onore e a qualcuno fa sempre sperare un giro di giostra. Ma c’è un limite a tutto! E il limite ultimo è costituito dal corpo in rivolta che non può più ricevere ordini. Un corpo che non si muove, giudicando inaccettabile un nuovo comando di chi ha fatto di tutto per calpestarne l’anima e infine ha la faccia tosta di appellarsi all’ultimo argomento della forza: “senza di noi il caos”. Perché, con voi?

Dovevate saperlo: la vita non sopporta pressioni illimitate, e prima o poi manda all’aria ogni sistema. Non dico che sia auspicabile. Forse. Se non fossimo italiani, la rivolta sarebbe una reazione più che naturale. E per fortuna lo siamo. O purtroppo. Ma attenti: forse anche gli italiani, dopo il massacro, sono in via di estinzione.

Alfiero Mariotti


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