(Rimini) “Va premesso che il progetto ed i lavori realizzati sono intervenuti in un ambito che è presidio idraulico. Quindi nessuna tipologia di opera ha potuto prescindere dalla compatibilità con la prevalente natura ed efficienza idraulica del luogo”. Lo precisano gli uffici del comune di Rimini a seguito delle polemiche scaturite dalle condizioni della piazza sull’acqua a seguito delle piogge degli ultimi giorni. L'area “è caratterizzata da una speciale pavimentazione galleggiante, realizzata su un letto di inerte altamente drenante. Anche l'antistante pavimentazione in legno composito è di tipo galleggiante cioè con un interspazio vuoto costante che consente il flusso sia delle acque meteoriche che dell'acqua di marea che infine la permeabilità che il deflusso in caso di eventuali fenomeni estremi del parco stesso”.
Sono state queste caratteristiche “che hanno consentito l'autorizzazione della tipologia di opera da parte degli enti competenti, in quanto essa non modifica le condizioni idrauliche del sito. Un'attenzione estrema sia in fase progettuale che di realizzazione dei lavori proprio perché realizzati in un ambito che è presidio idraulico. Nessuna tipologia di opera quindi ha potuto prescindere dalla compatibilità con la prevalente natura ed efficienza idraulica del luogo, considerando che siamo nel letto originario del fiume Marecchia, che opera oggi come scolmatore in caso di piene particolari del fiume come è accaduto ad esempio nel novembre del 2013”.
Il grande parco pubblico a monte del bimillenario ponte di Tiberio “vive e convive con la duplice condizione di essere luogo di svago, passeggio e divertimento (nonché spina verde che si addentra nella città) ma anche una macchina che per il tratto compreso tra il ponte in legno sul deviatore e per l'appunto il labbro (una passerella in legno composito) sull'invaso, è una vasca di laminazione pensata e strutturata in modo tale da poter contenere piene anche centenarie, quindi un vaso di espansione calibrato e naturalizzato”. Rivelano gli uffici comunali che “l'intervento è stato delicato perché in ogni punto doveva fare i conti con il fatto di non ostacolare la funzionalità idraulica che è più importante di ogni cosa o funzione”.
Bisogna inoltre ricordare che, “dopo la soppressione della diga a mare del ponte di Tiberio, l'area che era stata realizzata immediatamente a valle è diventata sensibile anche alle condizioni idrauliche che sono quotidianamente determinate dalle maree. Gli effetti della marea, capaci di innalzare il livello del mare a pelo d'acqua delle banchine del porto canale, risalgono fino all'invaso del Tiberio che oggi funziona anche come sacca terminale del flusso di marea. Questa marea oggi è talmente determinante che influisce anche sulle caratteristiche naturali del luogo verde. Difatti la marea porta acqua marina che qui si miscela con quella dolce che costantemente scorre a pochi centimetri dal piano centrale del parco divenendo acqua salmastra. Tale condizione ha determinato negli anni anche la morte di varie alberature e la modifica delle specie di erbacee che crescono spontaneamente nella parte centrale del parco e ne costituiscono il manto inerbito. Manto inerbito naturale che spesso si presenta anche brullo proprio in quanto derivante dalla componente umida non più dolce ma salmastra”.
Riguardo alla condizione umida della superficie del parco anche nel tratto prossimo al bacino “val la pena evidenziare come la presenza di acquitrini ha sempre caratterizzato questa area come facilmente dimostrabile da una ricca documentazione fotografica precedente. Al contrario la migliorata accessibilità del luogo ha permesso, anche in condizioni meteo avverse, di poter svolgere manifestazioni – come ad esempio la celebrazione della Giornata dei Giusti - anche in un periodo di forti piogge”.
Infine “si precisa che la presenza del rivo di drenaggio lungo tutto il parco Marecchia ha emissione nell'invaso del Tiberio ed è rimasta del tutto invariata se non ottimizzata dalle opere di pulizia eseguite con i lavori recenti”.