(Rimini) I ritardi nell’inaugurazione facevano iniziare a pansare che qualcosa non andasse per il verso giusto. Sono due settimane che la passerella galleggiante tra una sponda e l’altra dell’invaso del ponte di Tiberio è ancorata lungo la banchina sinistra. La verità si è scoperta con un’interrogazione del consigliere comunale di Fratelli d’Italia Gioenzo Renzi. Mancano i necessari collaudi.
“L’attraversamento galleggiante del Porto Canale - spiega Renzi - costituisce infatti un pericoloso sbarramento al deflusso delle piene del fiume Marecchia che secondo gli studi idraulici registrano i massimi incrementi di livello proprio nel bacino del Ponte di Tiberio dove si è registrato un sovralzo di 2,7 metri sul livello medio mare e perciò obbliga ad una attenta vigilanza e ad una serie di manovre in condizioni meteo avverse”.
Infatti, “per consentire l’apertura del canale in stato di necessità è previsto lo sgancio della passerella galleggiante dal primo palo adiacente alla banchina di destra, la rotazione sul secondo palo della banchina di sinistra e l’ancoraggio ad un terzo palo parallelamente alla banchina di sinistra”. La questione si allunga, quindi, perché “oltre alle verifiche sul regolare funzionamento o spostamento della passerella galleggiante, devono anche essere predisposti e approvati un disciplinare operativo che prevede lo sgancio dell’attraversamento galleggiante con la dichiarazione di criticità di preallarme ( codice arancione) da parte di Arpa Emilia Romagna per evitare l’aggravio del rischio idraulico, oltre che una sezione specifica del Piano di protezione civile del Comune di Rimini che indichi le modalità di attivazione, le misure informative e di sicurezza, i dispositivi di segnalazione, i ruoli e le responsabilità in caso di evento di piena”.
Il precedente. Renzi ricorda “che il problema della sicurezza idraulica, sottolineato dalla prefettura, aveva costretto l’amministrazione comunale a smantellare nel 2009 la preesistente diga mobile dell’architetto Viganò, un’opera fallimentare costata una decina di miliardi di lire, non funzionante , che non aveva superato i collaudi, e che perfino aveva visto la sentenza di condanna della Procura regionale della Corte dei conti”.