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C'è futuro nel turismo? Riccione ci crede, 22 progetti

Venerdì, 12 Ottobre 2018

Riccione ci crede, si potrebbe dire parafrasando la domanda che recentemente il consulente turistico Mauro Santinato ha rivolto agli operatori della Riviera: “Ma voi ci credete ancora?”. La risposta è sì: gli imprenditori di Riccione credono ancora allo sviluppo della città e delle loro imprese, pronti a mettere mano al portafogli per investire.

Lo si intuisce guardando alla risposta che hanno dato al bando dell’amministrazione comunale per la presentazione di manifestazioni di interesse relative alla zona strategica compresa fra la ferrovia e la spiaggia. Al 24 maggio scorso, data ultima di scadenza, sono pervenute 22 manifestazioni di interesse, in realtà veri e propri progetti, anche se non ancora esecutivi, accompagnati dal relativo business plan.

Le proposte arrivate in municipio prevedono per ciascuna area investimenti di almeno cinque milioni. Pertanto si può immaginare che a breve-medio termine nel territorio di Riccione, anzi nella città turistica, si apriranno cantieri per un valore complessivo di almeno 110 milioni, ma certamente ne movimenteranno molti di più. Significa che nel giro di qualche anno sarà radicalmente cambiato il volto della città e sarà anche profondamente rinnovato il volto dell’offerta turistica.

I progetti saranno presentati pubblicamente il prossimo 19 ottobre alle 21 nella sala del consiglio comunale. Mentre a Rimini le manifestazioni di interesse relative al Parco del Mare sono ancora avvolte dal mistero, a Riccione sarà così possibile conoscere quali soggetti privati hanno intenzione di investire. Fra i progetti, per esempio, ci sono quelli di Riccione Terme, dei campeggi, e di altre aree urbane in zona turistica bisognose di interventi di riqualificazione e di rigenerazione.

Riccione ha colto l’opportunità offerta dalla nuova legge urbanistica regionale, entrata in vigore il 1 gennaio di quest’anno. La legge prevede che entro tre anni dalla sua entrata in vigore, i Comuni avviino il procedimento di redazione della nuova strumentazione urbanistica sostitutiva che ha il suo fulcro nel Pug, il piano urbanistico generale. In attesa del Pug, i Comuni possono promuovere la presentazione di proposte di accordi operativi per dare immediata attuazione a parte delle previsioni contenute nei vigenti Psc. Devono pertanto pubblicare un avviso pubblico per la presentazione delle manifestazioni di interesse, ed è appunto ciò che ha fatto Riccione. L’avviso si riferiva all’attuazione delle previsioni del Psc (piano strutturale comunale) attualmente in vigore ed approvato dalle precedenti amministrazioni. Il secondo passaggio è l’approvazione da parte del consiglio comunale di una “delibera di indirizzo” con la quale sono determinati i criteri di priorità, i requisiti e i limiti in base ai quali valutare la rispondenza all’interesse pubblico delle proposte presentate. A quel punto i privati potranno stipulare con l’amministrazione “accordi operativi” relativi alla loro proprietà. Riccione è fra quei comuni che hanno stipulato con la Regione una convenzione per essere fra gli enti sperimentatori dei nuovi percorsi stabiliti dalla legge urbanistica. Ciò significa che entro il 31 dicembre 2019 Riccione dovrà presentare il nuovo Pug, che andrà a sostituire tutti gli strumenti urbanistici esistenti.

La novità sta da una parte in percorsi operativi più snelli, dall’altra nella possibilità di concretizzare in tempi brevi l’obiettivo di recuperare e valorizzare aree di pregio della città che richiedono di essere ripensate e rilanciate. È una scommessa certamente ambiziosa che dovrà essere verificata alla prova dei fatti. Ciò che positivamente sorprende è la risposta della città e dei suoi operatori: la proposta di 22 interventi di notevole impatto ed alto peso economico indica che non è venuta meno la volontà di rischiare e di credere al futuro turistico della città.

Che Riccione sia in movimento dal punto di vista dell’edilizia lo indicavano già alcuni dati diffusi dall’amministrazione nel giugno scorso. Dopo l’approvazione della variante al Rue, nel dicembre 2016, le pratiche edilizie sono notevolmente cresciute: 1102 nei primi cinque mesi del 2018 contro le 1035 del 2017 e 909 del 2016. Inoltre al 31 maggio scorso, gli introiti degli oneri di urbanizzazione che hanno registrato un + 9 per cento nei primi cinque mesi del 2018 rispetto a tutto il 2017.


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