Se il governo nazionale non ha ancora precisato la consistenza e le modalità di distribuzione del reddito di cittadinanza, La Regione ha rilanciato e diffuso i dati relativi alla propria misura di contrasto alla povertà. Si tratta del Res, reddito di solidarietà, che peraltro si può affiancare al Rei, ovvero il reddito di inclusione varato dal governo Gentiloni, elargendo alle persone una somma totale che è molto più consistente di quella probabile del reddito di cittadina zia (una media di 284 euro a persona, vista l’entità del finanziamento e la platea degli aventi diritto).
In Emilia Romagna il Res è stato erogato complessivamente a 10.546 nuclei familiari, per oltre 25mila persone, da settembre 2017 - quando la misura fu avviata - a novembre 2018. Rispetto a maggio scorso, data dell’ultima rilevazione, sono aumentati di oltre il 30% i nuclei familiari beneficiari, che allora erano arrivati a 8mila.
A Rimini Reddito di Solidarietà per 919 famiglie
In particolare, da settembre 2017 a novembre 2018, nella provincia di Rimini il Res è stato concesso a 919 nuclei familiari, con altre 1.163 domande in corso di valutazione all’Inps, l’ente chiamato a verificare i requisiti e procedere con la concessione, e 622 domande respinte. Complessivamente, sono state infatti 2.704 le richieste arrivate ai Servizi sociali del territorio, un chiaro segnale della diffusione della povertà.
Come si è detto, il nuovo Res viene quindi erogato insieme al Rei, aumentando l’importo della cifra ottenuta da chi ha più bisogno. Il contributo economico mensile può raggiungere i 300 euro nel caso di una persona sola e sfiorare i 900 euro se destinato a una famiglia formata da cinque o più componenti. Lo si può avere per una durata massina di 18 mesi (rispetto ai 12 iniziali), purché si sia residenti in maniera continuativa in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi e possedere i requisiti per l’accesso al Rei, fra cui un Isee annuo non superiore ai 6mila euro (soglia prima fissata a 3mila euro).
Al Res viene associato un programma di attivazione e reinserimento sociale e lavorativo che, se non viene rispettato dai beneficiari, comporta il decadimento del Reddito di solidarietà, che cessa di essere corrisposto.
Per il Res, la Giunta regionale ha stanziato quasi 70 milioni di euro per il biennio 2018-2019.
“Con il Reddito di solidarietà abbiamo costruito uno dei pilastri delle politiche di welfare di questa Giunta- sottolinea la vicepresidente Gualmini-. I dati dimostrano che la povertà esiste, purtroppo, anche in una regione avanzata e piena di prospettive come l’Emilia-Romagna. È importante, però, che le persone più deboli sappiano di poter contare su risposte concrete e dignitose ai loro bisogni. Non una semplice misura assistenzialistica- chiude la vicepresidente - ma l’impegno in un progetto per riconquistare, passo dopo passo, la propria autonomia”.
A livello regionale, I nuclei che usufruiscono del Res sono composti da una sola persona nel 41,3% dei casi; oltre Il 60% di coloro che fanno richiesta ha più di 45 anni, e di questi più del 53% ne ha dai 56 in su. A fare domanda per ricevere il contributo previsto dalla misura regionale sono donne nel 56% dei casi e uomini nel 44%.
Inoltre, per oltre 2 mila beneficiari del Res(2.304) sono state attivate, in collaborazione con i Servizi territoriali per il Lavoro, misure di inclusione socio-lavorativa (orientamento, formazione, tirocini) previste e finanziate dalla Legge regionale 14 del 2015 che mira all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità.
Misure contro la povertà a Riccione
Intanto il Comune di Riccione informa di aver confermato a bilancio 300 mila euro per i cittadini che versano in condizioni economiche disagiate. A questa somma si aggiugono i 67 mila euro di contributo regionale per le persone che non riescono a pagare l’affitto con il rischio di perdere la casa per sfratto a causa di gravi difficoltà economiche. Sempre rivolte a dare un aiuto economico concreto vanno considerate le ulteriori risorse riferite a casi di povertà nell’ambito dei Comuni del Distretto Riccione con il Piano di zona per la salute 2018-2020 che ha destinato per il 2018 la somma di 400.000 a livello distrettuale per far fronte a situazioni di povertà.
Nello scorso anno, i 300 mila euro erano stati ripartiti in questo modo: 70 mila per l’integrazione delle rette delle case di riposo per gli anziani, 50 mila per il saldo delle bollette, 120 mila euro per il pagamento degli affitti, oltre a contributi per acquisto di generi alimentari e materiale scolastico. Tra le persone che si sono rivolte nel 2017 allo Sportello Sociale Comunale, 600 le richieste, in primo piano si è registrata la richiesta di un posto di lavoro, poi di contributi economici e infine di una casa.
“ Con la conferma dello stesso importo dello scorso anno – dichiara il vice sindaco e assessore ai servizi sociali Laura Galli – manteniamo stabile l’impegno preso di contrastare le povertà che, in particolari periodi di vita, blocca le prospettive di crescita di famiglie e singoli per migliorare le proprie condizioni di vita. Con i nuovi contributi provenienti dal Fondo nazionale per gli inquilini morosi colpevoli che prevede per le famiglie in difficoltà che hanno ricevuto un avviso di sfratto utile a stipulare un nuovo contratto di locazione, pagare una parte di spese pregresse o come deposito cauzionale per una nuova casa andremo inoltre ad incrementare ulteriormente il sostegno alle presone bisognose”.