Lunedì pomeriggio sarà in commissione consigliare a Rimini l’ex vice presidente di IEG, Matteo Marzotto. È un appuntamento atteso da tempo, da quando sono scoppiate, in successione, le grane degli articoli de La Stampa su "l'allegra gestione delle fiere" e la mancata quotazione in Borsa. L’audizione avviene dopo oltre un mese da quella del presidente Lorenzo Cagnoni e dell’amministratore delegato Ugo Ravanelli, ma non per questo perde di attualità.
Anche perché nel frattempo ci sono state altre audizioni che hanno messo in luce quanto siano difficili in questo momento i rapporti fra IEG e i soci vicentini. Cagnoni e Ravanelli, subito dopo le vacanze natalizie, sono stati ascoltati dalla seconda commissione controllo e garanzia del Comune di Vicenza. Nella città veneta ha ripreso quota il partito trasversale che considera l’accordo fondativo di IEG una sorta di esproprio da parte di Rimini. È esattamente la critica opposta e speculare che a volte Cagnoni deve ascoltare a Rimini, cioè di aver acquisito una fiera in grave perdita che ha incrementato i debiti societari. Questione di punti di vista.
Comunque, nell’audizione di Vicenza, Cagnoni ha detto che il programma di investimenti (33 milioni) per ampliare il quartiere fieristico resta, ma resta sulla carta, nel senso che i tempi saranno inevitabilmente più lunghi. La mancata iniezione di liquidità fresca e l’aggravamento della situazione creditizia non hanno avuto conseguenze indolori. Ma ha anche fatto capire che non è solo questione di soldi. “Per andare avanti in questo rapporto di collaborazione – ha riportato Il Giornale di Vicenza – abbiamo bisogno di avere soci convinti e coinvolti”.
Dopo la nascita di IEG, a Vicenda è cambiata l’amministrazione comunale ed il nuovo sindaco è Giuseppe Rucco, centrodestra, che dai banchi dell’opposizione aveva combattuto contro l’accordo con Rimini. Il sindaco, da parte sua, ha ricordato che presto nominerà il secondo consigliere d’amministrazione, che Vicenza rivendica una vice presidenza con deleghe operative e che vuole garanzie sugli investimenti. Rucco vede di traverso anche il possibile allargamento a Bologna o a Verona, non gli piacerebbe vedere ridotta la partecipazione vicentina da 19 al 4 per cento o giù di lì.
Se Vicenza e Rimini sono in piena crisi “matrimoniale” (molto prima del fatidico settimo anno), anche il fidanzamento con Arezzo conosce un momento di gelo. IEG ha fatto una proposta di acquisto delle manifestazioni orafe di Arezzo Fiere e Congressi ma gli imprenditori del settore orafo aderenti a Confindustria hanno chiesto di non avere fretta, vogliono pensarci bene. Hanno scritto: “La proposta, a nostro parere, non può essere valutata nel limitato lasso di tempo indicato da IEG (l’offerta scade il 31.01.2019) vista la complessità giuridica dell’operazione e, soprattutto, l’importanza della stessa per il futuro del settore e della città”. Oltretutto i soci pubblici di Arezzo Fiere hanno appena silurato il presidente, Andrea Boldi, favorevole ad un accordo immediato, e per il 30 gennaio è previsto il rinnovo del Cda. Appena 24 ore di tempo per dire sì o no alla proposta di IEG. Ad Arezzo pensano che inevitabilmente si vada verso un rinvio.