Fa impressione, conoscendo i tratti sempre monolitici del Movimento, ascoltare un’esponente di primo piano del M5S (una portavoce, per usare il loro linguaggio) annunciare per le prossime elezioni regionali il voto disgiunto: scelta della lista con il simbolo a 5 stelle, ma per il presidente, voto a Stefano Bonaccini. Raffaella Sensoli, che nella legislatura appena conclusa è stata consigliera regionale, non si ripresenterà. Lei, che era contraria all’astensione, è altrettanto contraria alla corsa solitaria che potrebbe consegnare la regione Emilia Romagna alla Lega. Avrebbe comunque potuto ricandidarsi, le facciamo osservare, per continuare la propria battaglia. “No, - afferma decisa, - non voglio essere minimamente partecipe di queste scelte”.
Quale fosse il suo pensiero su ciò che sta dilaniando i Cinque Stelle anche a livello nazionale, lei lo aveva espresso una decina di giorni fa sul proprio profilo Facebook pubblicando l’intervento di un amico con il quale si dichiarava pienamente d’accordo. "Questo sbandamento per me è dovuto al fatto che il Movimento ha sempre rifiutato ogni tipo di quella che viene impropriamente e in maniera denigratoria chiamata ideologia. Che non è altro che una visione. Un modo di vedere il mondo. Non essere nulla per poter prendere voti da chiunque fa sì che ognuno veda nel Movimento ciò che vuole vedere. Così facendo sono nati tanti Movimenti inconciliabili tra di loro”. E lei chiosava: “Dobbiamo decidere chi siamo e da che parte vogliamo stare”.
Partiamo da questo punto. “Sono d’accordo con quanto espresso da Grillo nell’ultimo video con Di Maio e a Italia 5 Stelle. Non siamo più come cinque anni fa, difficilmente le situazioni si ripropongono uguali. Ho condiviso il percorso dei 5 Stelle perché proponeva di cambiare il modo di fare politica, e in parte ci siamo riusciti. Oggi, una volta realizzate certe battaglie di giustizia sociale come i tagli della politica o il reddito di cittadinanza, ci troviamo in un mondo che impone di stare o di qua o di là. Siamo di fronte ad una destra pericolosetta, come dice Grillo, e a una sinistra in parte da ricostruire. Bisogna scegliere. Il Movimento per anni ha raccolto delusi di destra e di sinistra, oggi è più difficile tenere insieme questi mondi diversi”.
Sensoli spiega che prima della decisione di Di Maio di correre da soli, c’è stata la consultazione informale degli esponenti del territorio, e fra questi è prevalsa, più che la percezione di favorire di Lega, l’antica avversione per il Pd. “Si poteva fare una consultazione più scientifica, coivolgendo Rousseau, ma così non è stato deciso”.
In questa legislatura il M5S è stato all’opposizione di Bonaccini, certo era difficile far digerire un cambio di fronte. “Noi abbiamo svolto un’opposizione sui temi e sui programmi. Quando la giunta proponeva qualcosa che non condividevamo, abbiamo fatto dura opposizione, ma su alcune delibere abbiamo anche votato a favore. Secondo me dovevamo metterci al tavolo con il centrosinistra e verificare se ci poteva essere una convergenza sui programmi. Solo se non ci fosse stata convergenza, si doveva andare al voto da soli”.
Con la Lega, invece, per Raffaella Sensoli, che ha applaudito a piazza Cavour riempita dalle sardine, le porte sono più che chiuse. “Avevo accolto con favore il contratto di programma con la Lega. Secondo me era ben impostato. Ma poi la Lega ha tradito, è stata una delusione ed oggi ho timore a consegnare la Regione a una forza politica del genere. Un partito che cambia opinione su tutto, che sulla sanità vuole importare il modello lombardo con più spazio ai privati, un partito che in consiglio regionale ha sempre sostenuto politiche di cementificazione”.
Intanto, il panorama dei 5 Stelle nella provincia di Rimini è sempre più desolato. A Rimini, nel 2016, per insanabili contrasti interni, non è stata presentata la lista. A Riccione, dove il Movimento ha concorso, i due consiglieri hanno fatto armi e bagagli e si sono uniti alla nuova formazione di Riccione Civica. A Santarcangelo non si sono presentati. Rimane giusto il faro solitario di Cattolica. “Sì, Cattolica è il nostro fiore all’occhiello, di cui siamo molto orgogliosi. Capisco la scelta dei consiglieri di Riccione, ma penso che avrebbero dovuto dimettersi perché sono stati eletti con il simbolo dei 5 Stelle. Per il resto la situazione in provincia di Rimini è simile a quella di altri territori. Siamo in ritardo rispetto all’esigenza di una riorganizzazione, di un più stretto dialogo con Roma. Adesso avremo i facilitatori, i referenti regionali, speriamo servano a ricostruire una presenza sul territorio”. Ma a Rimini esiste ancora il Movimento? “Sì, c’è un gruppo che va in piazza tutti i sabati mattina. Speriamo che in questi due anni che ci separano dal voto per le amministrative ci sia tempo per costruire una squadra che possa concorrere alle elezioni”. Ma da soli o in alleanza con il centrosinistra? “Difficile dirlo adesso, con la situazione politica che cambia ogni giorno. Noi cerchiamo soluzioni per i territori”. Ma anche in sede locale bisogna fare una scelta con chi stare, le soluzioni possono essere di destra o di sinistra. “Anche in sede locale il punto discriminante sono i programmi. Ma c’è tempo per decidere e discutere”.