Rimini | Lancio di uova contro agenti, interviene il Sap
Il Sap interviene sui disordini di oggi a Rimini. Su corso d’Augusto durante la manifestazione del centro sociale Paz e del sindacato Cobas gli agenti della polizia sono stati colpiti dal lancio di uova. “Questa organizzazione sindacale, la più rappresentativa dei sindacati autonomi della polizia di Stato non ci sta a quanto accaduto durante il servizio di ordine pubblico nella giornata odierna ed intende manifestare tutta il proprio dissenso su quanto accaduto”, sottolinea il segretario provinciale Tiziano Scarpellini.
Sul corso, per garantire l’ordine pubblico, è intervenuto, oltre al personale della questura di Rimini anche il 14esimo reparto celere di Senigallia. “Nonostante il servizio fosse ben controllato, per il non eccessivo numero dei partecipanti, vi sono stati lanci di decine di uova marce verso i poliziotti, i quali non avevano dato alcun segno di voler in qualche modo interrompere o bloccare parzialmente la manifestazione. Né hanno potuto reagire alla provocazione dei manifestanti”, racconta Scarpellini.
“Il Sap non ci sta - afferma Scarpellini - non possiamo fungere da cuscinetto con le parti sociali che manifestano contro il governo, riteniamo inaccettabile sia il comportamento dei manifestanti che le disposizioni impartite al personale di poliza costretto a prendersi uova marce in faccia senza reagire, divise sporche imbrattate da testa a piedi che rappresentano lo stato di debolezza in cui le forze dell’ordine sono costrette ogni giorno a subire e lavorare”.
La polizia di un paese civile e democratico, ritiene Scarpellini, “deve essere tutelata dallo Stato”, “ma purtroppo allo stato attuale c’è la percezione da parte degli operatori di essere abbandonati da un sistema che non riesce a garantire la sicurezza necessaria. Oltre a questo si aggiunge l’arretratezza nella dotazione dei mezzi (uffici, auto, computer, testi di leggi, armi, munizioni, addestramento ed altro) e le lacune incredibili nella formazione e nell’aggiornamento costituiscono poi le principali cause dell’endemica debolezza cui sono involontariamente condannate le forze di polizia”.
“Ci sentiamo sempre più soli - conclude il segretario provinciale – e abbandonati dallo Stato e dalle istituzioni. Speriamo in nuove norme e di nuovi mezzi di coercizione per fronteggiare situazioni che non appartengono ad un paese civile come il nostro”.