Aeroporto, Airiminum: restiamo noi a gestirlo. Il 2015? Deludente ma abbiamo guadagnato
L’aeroporto di Rimini resta aperto e a gestirlo, fino a quando non si pronuncerà il Consiglio di Stato, sarà la società Airiminum. E se malauguratamente il Consiglio di Stato dovesse dare ragione al Tar dell’Emilia Romagna, Enac avrà la possibilità di tenere comunque aperto l’aeroporto, in attesa di un nuovo bando. Lo dice l’amministratore delegato di Airiminum Leonardo Corbucci che, insieme alla presidente Laura Fincato, oggi ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto della situazione dopo la “doccia fredda” della scorsa settimana quando il Tar ha annullato il bando dell’Enac che ha visto vincitrice la società Airiminum.
Una conferenza stampa un po’ nervosa (con scambi di frecciatine fra Corbucci e giornalisti) e un po’ surreale, con l’acqua che pioveva dal soffitto a conferma di quello che Fincato ha definito un aeroporto “sgarrupato”.
La doccia fredda è stata tale anche per i vertici di Airiminum che proprio non se l’aspettavano, visto come erano andati i precedenti ricorsi. Sia Corbucci che Fincato hanno evidenziato che il Tar ha annullato il bando, non ha avuto niente da eccepire su Airiminum, sulla sua proposta, sui suoi comportamenti. Una sottolineatura più volte ripetuta e volta a sgomberare il campo dalle voci e dai gossip che perdurano su presunte irregolarità in cui sarebbe coinvolta anche la società. Questo il senso delle dichiarazioni: noi abbiamo partecipato al bando predisposto da Enac, abbiamo vinto, abbiamo fornito in seguito le necessarie certificazioni in materia di persone e beni, quindi abbiamo cominciato la gestione dell’aeroporto; il nostro comportamento è stato in tutti i passaggi corretto. “Il Tar – afferma Corbucci – ha lamentato il mancato requisito di una precedente esperienza aeroportuale. Ma nessuno dei quattro soggetti partecipanti, compreso il Consorzio che ha fatto ricorso, era in possesso di tali requisiti, proprio perché non richiesti. Partecipando al bando, il Consorzio lo sapeva, e allora perché ha fatto ricorso dopo, a procedura conclusa?”. Il ricorso, al Consiglio di Stato, adesso lo presenterà Airiminum, e si aggiungerà a quello già annunciato da Enac.
“Siamo fortemente preoccupati – ha detto Fincato – e le nostre sono le stesse preoccupazioni del territorio. Speriamo che i ricorsi si definiscano in tempi veloci. Chiediamo al territorio di continuare a sostenere ciò che ha sempre detto: che l’aeroporto è una infrastruttura fondamentale per la comunità locale e che quindi deve restare aperto. Credo che Enac farà la propria parte”.
Il discorso è caduto inevitabilmente sui risultati per nulla soddisfacenti della prima gestione estiva di Airiminum: nei mesi di luglio e agosto, come ha comunicato ieri Enac, sono 69.122 passeggeri. La linea di difesa dei vertici di Airiminum corre su binari abbastanza prevedibili: siamo arrivati e abbiamo trovato un aeroporto chiuso, una società fallita, con tutte le conseguenze giudiziarie che si conoscono; siamo entrati il 1 aprile quando i giochi per la summer season erano già fatti; abbiamo pagato il prezzo della crisi del rublo e delle turbolenze fra Russia e Ucraina; siamo dovuti intervenire per riportare a Rimini voli che erano finiti ad Ancona, non sono quindi ammissibili confronti con la gestione di Renato Santini.
“Quindi anche se non c’è nulla di cui vantarsi riguardo ai numeri raggiunti, i conti sono in ordine e anzi abbiamo anche guadagnato”, ha sottolineato Corbucci. Nessun sbilanciamento a fare previsioni o auspici per il 2016.
L’amministratore delegato ha quindi affermato che gli azionisti hanno sottoscritto circa 3,7 milioni, dei quali versati 1,7. Capitale ancora tutto in cassa, vista la gestione in attivo.
E l’immediato futuro? I vertici di Airiminum, pur confermando che tutto procede secondo i programmi stabiliti, non hanno nascosto le difficoltà commerciali del momento: è fatica far capire alle compagnie che l’aeroporto resta aperto e funzionante. Con la firma dell’accodo dell’Enac sul passaggio dei beni, adesso potrà essere compiuta anche l’ordinaria manutenzione, compresa la centralina elettrica che da cinque anni aspetta di essere messa a norma. Un investimento da 80/90 mila euro. In assenza della firma dell’accordo con l’Enac, Airiminum si è beccata anche una denuncia penale per aver sistemato il parcheggio.
Per investimenti più consistenti si aspetteranno probabilmente la risposta del Consiglio di Stato e la firma del decreto interministeriale per le gestione totale di 30 anni. La firma era attesa entro l’anno, ma la pendenza giudiziaria quasi certamente la farà slittare.