Aeroporti, il "giallo" dei russi fra Rimini e Ancona
La guerra degli aeroporti (fra Rimini e Ancona) è qualcosa che assomiglia sempre di più ad un giallo internazionale. Al centro c’è la Russia, con una società, Novaport, che controlla sette aeroporti nel territorio della Federazione. E a Rimini c’è una società, Novaport Italia srl, che afferma di essere espressione nel nostro Paese di quella società. E fra Rimini e Ancona è concorrenza spietata per accaparrarsi i voli dalla Russia. Ma ieri il console onorario della Russia, Armando Ginesi di Ancona, sente il dovere di prendere carta e penna per precisare che “Novaport Italia non è una società russa ma italiana (costituita il 12 giugno 2014) con sede a Rimini in Viale XXIII settembre 1845 n. 109”. E diffonde questa precisazione all’indomani delle dimissioni del consiglio di amministrazione di Aerdorica, provocate dal fatto che Enac ha dato parere negativo sulla procedura della società per vendere la maggioranza delle azioni dell’aeroporto di Ancona a Novaport Italia.
Facciamo un passo indietro per capire meglio. Al bando per la concessione dell’aeroporto di Rimini partecipa anche Novaport Italia, il cui amministratore unico è Andrea Delvecchio. Il bando viene vinto da AiRiminum e Novaport Italia arriva terza, nonostante nelle settimane precedenti abbia più volte dichiarato ai giornali i grandi progetti e gli investimenti milionari che aveva in serbo per Rimini. Fra le forze politiche e sindacali e nell’opinione pubblica c’era chi faceva esplicitamente il tifo per i russi, considerandoli il soggetto più affidabile che si era presentato. E anche dopo la vittoria di Airiminum c’è chi rimpiange di non aver visto i russi insediarsi a Miramare. A suo tempo Inter-Vista aveva controllato la visura della società ed aveva constatato che i soci, al 50 per cento ciascuno, sono Andrea Del Vecchio e Vilyan Petrov, cittadino bulgaro residente a Montescudo. Nessuna traccia evidente di capitali russi e di collegamenti con Novaport e con il gruppo Aeon di cui fa parte.
Dopo il bando di Rimini, arriva la notizia che sempre i russi di Novaport avrebbero acquistato il 10 per cento della società di gestione dell’aeroporto di Grosseto. Secondo notizie pubblicate dai giornali toscani, il 10 per cento di Ilca srl, che detiene il pacchetto di maggioranza di Seam Spa, la società di gestione dello scalo toscano, è stato in effetti acquistato da Powercrownd Limited, società del gruppo Novaport il cui rappresentante si chiama Tommaso Francalanci.
Stando a questi dati, si presume che nello stesso periodo i russi di Novaport avrebbero agito sul mercato aeroportuale italiano con due distinte società e con distinti manager.
L’attenzione verso Novaport Italia si riscalda all’inizio di agosto quando si viene a sapere che la società si è aggiudicata per 22 milioni l’acquisto del pacchetto di maggioranza di Aerdorica. La società di gestione dell’aeroporto di Ancona è infatti sommersa dai debiti (circa 37 milioni quelli certificati nel bilancio) e cerca nella privatizzazione la via della sopravvivenza. Ma Enac, come abbiamo visto, ha detto che Aerdorica ha seguito una procedura illegittima e il consiglio di amministrazione che l’aveva adottata si è dimesso.
In ragione di questi eventi, hanno ripresoa rimbalzare gli interrogativi circa i reali rapporti fra Novaport (russa) e Novaport (italiana). Fino alla dichiarazione pubblica di oggi del console onorario di Ancona. Ad Inter-Vista la segreteria del consolato aveva risposto, giovedì scorso, in questo modo: “Non abbiamo notizie sull’appartenenza o meno della Novaport Italia (S.r.l) alla società russa Novaport facente parte del gruppo Aeon, per cui consigliamo di rivolgersi direttamente alla Novaport in Russia”. E noi ci siamo rivolti al direttore generale Sergey Rudakov e alla sua vice Anna Fanusovna, non ricevendo però fino ad ora alcuna risposta. Abbiamo cercato anche sui siti ufficiali di Novaport e del gruppo Aeon, non trovando alcun riferimento a investimenti o consociate in Italia.
In rete abbiamo invece trovato un articolo su un giornale russo che pure si interroga se ci sia un legame diretto fra le due società. E scrive a proposito dell'acquisto dell'aeroporto di Ancona: "Formalmente il concorso è stato vinto vinto dalla Novaport Italia (legata direttamente alla Novaport e ad AEON, seconod la stampa Italiana). Però il portavoce di Novaport afferma che Novaport Italia non fa parte di Novaport. Non è riuscito a chiarire se appartenga all'AEON, la quale ha ignorato la richiesta".
Ma Novaport Italia, tramite Natale Arcuri, ha diffuso una dichiarazione di Andrea Delvecchio che rivendica il legame diretto. “La società italiana è stata costituita il 12 giugno del 2014, su incarico diretto della Novaport Ltd società di diritto russo, e firmato il 4 maggio 2014, con il preciso mandato di partecipare al bando di gara Enac per la gestione dell'aeroporto di Rimini e successivamente all'offerta ad evidenza pubblica per l'acquisizione delle quote di maggioranza della società Aerdorica Spa che gestisce l'aeroporto di Ancona. Si precisa inoltre che il sig. Sergey Rudakov, in qualità di Amministratore Delegato di Novaport Ltd, con accordo siglato tra le parti, il 14 giugno 2014, ha impegnato la corporate russa a conferire alla società Novaport Italia Srl le risorse necessarie da trasferire nel capitale sociale e necessarie a sottoscrivere la fideiussione, come richiesto dal bando di gara Enac . In tal senso vanno, altresì, considerati i rapporti che sono intercorsi ed attualmente intercorrono tra il direttore generale di Novaport Ltd, Sergey Rudakov e il dottor Andrea Del Vecchio e il dottor Vilyan Petrov, ricordando che il Direttore generale di Novaport Ltd e il suo vice sig. Abduganiev, insieme al dott. Andrea Delvecchio e al dott. Viliyan Petrov hanno partecipato ufficialmente alla ricognizione tecnica all’aeroporto di Rimini per definire i dettagli tecnici del bando ENAC, dando poi seguito alla partecipazione ufficiale al bando e della quale gli Enti nazionali preposti al controllo, ENAC in primis, nulla hanno rilevato.Ci è ignoto l’obiettivo delle dichiarazioni del prof. Ginesi affrontando l’ argomento in questo momento estremamente delicato, e di cui evidentemente conosce una verità parziale, ma che espressa parzialmente può ingenerare solo confusione ed essere fuorviante e tendenziosa”.
Nella vicenda si è immersa a capofitto la Lega Nord delle Marche, che in una nota afferma di aver rilevato altri aspetti pochi chiari nella vicenda Aerdorica-Novaport e che chiederà l’accesso agli atti in Regione. Si ha l’impressione di essere solo all’inizio di un affaire dagli sviluppi imprevedibili.
Aggiornamento
Nella giornata di domenica 1 novembre il Consolato russo di Ancona è tornata sull'argomento con una nota ch riportiamo integralmente: "Comprendiamo che la bocciatura, da parte dell’Enac e del Ministero delle Infrastrutture, delle modalità con cui si è proceduto alla vendita delle quote pubbliche della società di gestione aeroportuale, abbia surriscaldato l’atmosfera e sovreccitati gli animi. Ma, di fronte a certe informazioni di stampa uscite oggi, il Consolato Onorario della Federazione Russa di Ancona, si sente in dovere di precisare quanto segue: Nessuno scontro è in atto tra il Consolato e la “Novaport-Italia” (del resto perché dovrebbe esserci); poiché per mesi l’informazione ufficiale e quella ufficiosa hanno sempre riferito di soggetti russi interessati ad acquisire le quote pubbliche di Aerdorica, abbiamo esercitato il diritto ed il dovere di contribuire a fare chiarezza comunicando che le trattative per tale acquisizione sono sempre state svolte da una società italiana (Novaport Italia S.r.l, costituita il 12 giugno 2014, con sede in Rimini); Se tra la Novaport Italia e la Novaport russa esiste un accordo secondo cui la prima è stata incaricata di operare a nome e per conto della seconda, trattandosi di due società private, questo lo possono sapere solo i diretti interessati. Comunque, ove così fosse, nulla viene aggiunto o tolto a quanto il Consolato ha comunicato e cioè che “a trattare l’acquisto sia stata un società italiana denominata Novaport Italia S.r.l.” con sede a Rimini che, fino a prova contraria, non fa parte della Federazione Russa".