A Riccione la frantumazione all’interno dei movimenti e dei partiti politici è diventata la nota dominante. Non è solo la maggioranza a soffrire di perenne fibrillazione (l’ultima è la nascita di un nuovo gruppo consigliare di transfughi, il più numeroso). Pure il Pd che ama puntare il dito contro le divisioni di chi sostiene il sindaco Tosi si ritrova con un gruppo consigliare spaccato, con quattro esponenti del partito, fra cui l’ex candidato sindaco Fabio Ubaldi sconfitto alle elezioni, che si sono autosospesi e hanno dato vita a Democratica.
“E’ una spaccatura che mi auguro prima o poi rientri. Così non può andare avanti”, afferma Fabio Galli, ex assessore provinciale al turismo, ora membro della segreteria riccionese del partito. “C’è una diversa visione del ruolo del partito, del modo di fare opposizione. – spiega – E’ evidente, guardando anche ciò che è successo nelle ultime elezioni in giro per l’Italia, che se non si ritrova l’unità si è condannati ad essere perdenti. Non esiste che qualcuno si chiami fuori, si autosospenda: è una posizione non prevista dallo statuto. Non può durare a lungo: o dentro o fuori, c’è bisogno di chiarezza”.
A dire il vero, a chi osserva dall’esterno non risulta ben chiaro in cosa consistano le diversità. “E’ vero, sono di difficile comprensione. Penso che si tratti di personalismi, di fratture e ferite mai rimarginate che ancora riemergono. Ma non si fa politica con i personalismi, il confronto deve essere su idee e progetti. A volte si può essere in maggioranza, a volte in minoranza, ma non in una posizione di contestazione permanente”.
Probabilmente la sconfitta del 2014 ha avuto ed ha il suo peso. Il Pd è riuscito a spiegarla, a digerirla? “Non è giusto attribuire la sconfitta del 2014 ad un solo motivo e ad una sola persona. Le cause sono molteplici e le responsabilità sono diffuse. E non bisogna neppure trascurare la forza di un avversario che in maniera un po’ furbesca è riuscito a interpretare la pancia dell’elettorato riccionese con la battaglia contro il Trc. È stato promesso ciò che non si poteva mantenere, e cioè che il Trc sarebbe stato bloccato. Comunque va dato atto che la Tosi è stata brava a intercettare gli umori dell’elettorato che era anche stanco di una stagione politica. Al primo turno Ubaldi era al 45 per cento, con undici punti sulla Tosi. È evidente che l’elettorato grillino si è riversato su di lei in nome della voglia di cambiamento”.
Il voto di Riccione ha quindi in qualche modo anticipato le tendenze di oggi. “Hanno contato anche le divisioni dentro il Pd, che, guarda caso, aveva celebrato le primarie. Guarda caso dopo ogni primaria si paga sempre il prezzo di una divisione interna che poi porta a perdere. È quanto è successo anche a Cattolica. Lo strumento delle primarie va rivisto. Si deve favorire la partecipazione dei militanti e degli elettori ma con strumenti nuovi che non abbiano la controindicazione di produrre fratture insanabili dentro il partito”.
Arriviamo al sindaco Tosi e alla sua maggioranza. “Sta succedendo – sostiene Galli – ciò che era prevedibile. Dopo la classica luna di miele sulle ali dell’entusiasmo della vittoria, sono emerse le divergenze esistenti fra Forza Italia e la lista civica Noi Riccionesi. All’entusiasmo sono subentrate le disillusioni, militanti si sono allontanati, ci sono state dimissioni, fuoriuscite, nascite di nuovi gruppi. Uno sfilacciamento generale che mostra come il sindaco Tosi non abbia la capacità politica di tenere unita la propria maggioranza”. Ma secondo voi qual è il punto? Cosa provoca questo sfilacciamento? “Mi pare ci sia un marcarsi a vicenda fra sindaco e vice sindaco per vedere chi pesa di più”.
E voi del Pd come vedete il ruolo del renziano Natale Arcuri, detto Nanà? “Lui è stato decisivo nella campagna elettorale, abile nella comunicazione specialmente sui social. Mi pare che con il tempo il suo ruolo abbia un po’ debordato da quello legittimo di consigliere politico. Se la maggioranza si è spaccata è stato anche a causa delle sue ingerenze mal sopportate da una parte. Così almeno dicono molti rumors che capita di ascoltare”.
A proposito di rumors, sono circolati anche quelli che vedono Nanà tessitore di un nuovo quadro politico che comprenda anche una parte del Pd. “Li ho sentiti anch’io, ma mi pare che per lui il campo sia diventato stretto. Per costruire un progetto ci vuole la forza dei numeri e delle persone e adesso gli mancano sia gli uni che le altre”.
E voi cosa fate? Come pensate di preparare la rivincita? “Abbiamo tre anni davanti e non sono pochi. Continueremo a stare sul pezzo e a fare opposizione, criticando tutto ciò che non va. Abbiamo ripreso a fare politica anche nei quartieri dove ci capita sempre più spesso di ascoltare il malcontento e le disillusioni di chi aveva creduto nella Tosi. Non ci limiteremo a cavalcare il malcontento ma costruiremo una proposta politica nuova per tornare a vincere. Bisogna costruire un partito non liquido ma solido e radicato sul territorio. È la lezione che ci viene da queste ultime elezioni, anche nella provincia di Rimini”.