La sua insegnante di musica restava colpita ed edificata da come scrollava la tovaglia dopo aver sparecchiato la tavola. Le amiche erano conquistate dal sorriso aperto, dalla capacità di accoglienza, dai suoi modi leggeri e profondi, dal suo pregare anche con il corpo. Un’anziana signora, che lei visitava regolarmente per darle sostegno e compagnia alla sua morte si veste a lutto e la piange disperata, tanto da far dire alla madre. “Ma era mia figlia, non la tua!”. L’anziana signora era triste perché ricordava come il suo cuore sobbalzasse dalla gioia già quando la vedeva arrivare a casa sua, di solito un luogo di pena e dolore.
Sandra Sabattini (1961-1983) era davvero La santa della porta accanto, come recita il titolo dei due poderosi volumi che Laila Lucci, docente di scienze bibliche, ha mandato in stampa per i tipi di Sempre, l’editore della Comunità Papa Giovanni XXIII. Sì, perché Sandra era una figlia spirituale di don Oreste Benzi, che aveva incontrato da ragazzina in un campeggio a Casa Madonna delle Vette, quel luogo voluto dal sacerdote dalla tonaca lisa perché i ragazzi avessero un incontro simpatico con Cristo. E per Sandra quell’incontro c’è stato e ha dato forma alla sua giovane esistenza.
L’autrice ha realizzato un’opera monumentale di oltre 700 pagine, impegnando sei anni di lavoro alla ricerca di documenti e testimonianze scritte e orali che fossero utili a costruire il ritratto completo di una giovane strappata prematuramente alla vita terrena a causa di un incidente stradale a Igea Marina. Sfogliando i due volumi, si rimane davvero colpiti dalla meticolosità con cui Lucci è andata alla ricerca di ogni possibile tessera, anche la più piccola, per comporre il mosaico. E il perché è emerso durante l’incontro di presentazione svoltosi mercoledì pomeriggio nel teatro della parrocchia di San Girolamo, a Marina Centro. Giovanni Paolo Ramonda, successore di don Benzi, il vescovo Francesco Lambiasi (che firma la prefazione ai volumi), le due amiche Daniela Santini e Chiara Vitale, la stessa Laila Lucci, tutti hanno in diverso modo sottolineato questa santità quotidiana, assolutamente feriale, da “piccola via” secondo lo spirito di santa Teresina, di cui è stata protagonista Sandra. Per portare in luce questa santità feriale nessun particolare (nemmeno i temi scolastici e i disegni della ragazza) poteva essere trascurato.
Una santità vissuta da giovane ragazza, qual era. “Ridevamo tanto insieme”, ha ricordato l’amica Daniela. Un altro flash che fotografa come “la vita di chi è irresistibilmente attratto da Cristo possa vedere compiersi già su questa terra il proprio desiderio di felicità” (Lambiasi).
Trovando la propria vocazione cristiana nella Comunità Papa Giovanni XXIII, Sandra viveva con fedeltà e precisione l’attenzione alle persone più povere. Aveva anche scelto la facoltà di medicina per gli studi universitari perché pensava che come medico avrebbe potuto alleviare molte sofferenze. Ciò che tuttavia rimane impresso nel cuore della sua figura è quel suo volare spedita verso l’infinito, un volo alto che era anche all’origine della sua generosità e dedizione per gli ultimi.
Sandra non era una consacrata, era fidanzata, e pensava se stessa nella vocazione del matrimonio. Era ciò che entusiasmava don Oreste. Quando parlò di lei al vescovo Francesco appena arrivato in diocesi, il sacerdote disse: “Pensi, se sarà beatificata, sarà la prima beata fidanzata!”. Esistono sante vergini, spose, vedove, ma in effetti ancora non ci sono fidanzate sugli altari. Per la Sabattini si è conclusa la fase diocesana del processo, ora gli atti sono a Roma, dove la Congregazione per la causa dei santi dovrà pronunciarsi sulla eroicità delle virtù, condizione perché sia dichiarata venerabile; per la beatificazione, come sempre, è necessario un miracolo, ovvero una guarigione giudicata inspiegabile dalla scienza medica. Laila Luce nel libro riferisce di nove guarigioni straordinarie ottenute dopo aver pregato chiedendo l’intercessione di Sandra: Stefano Vitali (cancro), don Sisto Ceccarini (cancro), Mirco Pitanti (leucemia linfoide cronica), signroa M.T. (trauma cranico), Elena Florio (miglioramento da varie patologie), Mauretta Ghirardelli (ha partorito una bimba che secondo i medici avrebbe vissuto solo allo stato vegetale, e invece è venuta alla luce sana), la cugina Enrica (tumore al seno), Ivonne Valpondi (uscita da coma irreversibile), Rita Lidoni (timectonia). A quanto risulta, ci sono anche molti altri che affermano di aver ricevuto grazie. Fra tutte, a suo tempo sarà scelta la guarigione da sottoporre all’esame della Congregazione.
Ma l’eredità principale che questa ragazza ha lasciato l’ha riassunta Giovanni Paolo Ramonda: “Ci invita a donarci con gioia lì dove siamo, a vivere l’oggi di Dio nelle circostanze concrete. È bella la santità, ci fa venire la voglia di vivere”.
Valerio Lessi