L’obiettivo dichiarato è di raggiungere il tetto di quarantamila passeggeri nei mesi che vanno da oggi a fine ottobre. Ovviamente se gli aerei che andranno e arriveranno da Londra, Varsavia e Kaunas saranno pieni o quasi. È la scommessa del rinnovato rapporto con Ryanair, la principale compagnia low cost europea, che da ieri ha ripreso a volare su Rimini. Con il primo volo da Londra è arrivato anche John F. Alborante, manager per l’Italia, che in aeroporto ha tenuto una conferenza stampa insieme al presidente di Airiminu Laura Fincato e all’amministratore delegato Leonardo Corbucci.
I voli che sono partiti (cinque alla settimana, due per Londra e Varsavia, uno per Kaunas) saranno operativi fino ad ottobre, mentre sulla stagione winter c’è ancora il punto interrogativo, sono in corso trattative fra le due società. Per lo start up delle nuove rotte sono state avviate iniziative promozionali con i biglietti in vendita a partire dal 12,99 euro. Per portare i viaggiatori dall’aeroporto agli alberghi Airiminum ha organizzato due navette, una per Rimini e una per Riccione.
Il dirigente di Ryanair ha spiegato che fa parte della politica commerciale della società dare suggerimenti di viaggio ai propri clienti, in sostanza a fare promozione per le località dove arrivano gli aerei. A Londra, Varsavia e Kaunas prenderanno l’aereo per Rimini se sapranno che Rimini esiste e li aspetta con un’adeguata offerta turistica. È il discorso del co-marketing con il territorio. Per tornare a Rimini Ryanair ha sottoscritto un contratto che prevede incentivazioni: i termini, ovviamente, non sono stati rivelati. Ovunque la compagnia va, è questa la regola, ha confermato Alborante. Se in questa fase quindi è Airiminum che è fatta carico dei costi (così pare), in pentola bolle la promessa della Regione Emilia Romagna di mettere a bando 400 mila euro per azioni di co-marketing con le compagnie che atterrano in regione e quindi anche a Rimini. Quindi, si vedrà.
Certo è che, come ha ben spiegato Alborante, Ryanair è una società che non ama rimetterci. Quindi se le rotte funzioneranno, se ci sarà la convenienza economica, continueranno; altrimenti si fa presto a spostare un aereo da un punto all’altro della carta geografica europea. Non ha escluso che nel futuro la presenza di Ryanair possa ulteriormente svilupparsi, offrendo nuove rotte nei paesi che interessano al territorio, Germania e Scandinavia, e anche in altre città dell’est europeo. Tutto dipende da come andrà l’esperimento cominciato in questi giorni.
Non vede, Alborante, problemi di conflittualità con Bologna, che è una base di Ryanair. Da parte sua Corbucci afferma che Bologna non può essere la risposta alle esigenze di mobilità aerea della Romagna. Quanto all’ipotetica riapertura dell’aeroporto di Forlì (il 16 aprile scade il bando pubblicato da Enac), secondo Corbucci non ci sono le condizioni industriali per un secondo aeroporto della Romagna.
Ma l’aeroporto di Rimini serve per l’outgoing o per l’incoming?, ha chiesto il presidente di Confcommercio Gianni Indino. Corbucci ha risposto che va bene l’incoming, ma lo scalo deve rispondere anche alle esigenze di mobilità del territorio.
Non ha invece voluto rispondere alla nostra domanda sui programmi di investimenti per il futuro, ora che ha ricevuto l’auspicata concessione trentennale. Si è invece ancora una volta soffermata sui successi economici della società ricordando che nel 2017 con 300 mila passeggeri ha realizzato un utile di 1,8 milioni.
Il 2018, prima della cura Ryanair, è invece cominciato poco bene. I passeggeri nei primi due mesi dell’anno sono calati del 6,2 per cento (addirittura dell’11 per cento in gennaio). Anche in questo caso i conti definitivi si faranno a fine stagione.