Se si visita il sito di Enac, sezioni aeroporti, link ai Master Plan, si ha la conferma fotografica di una poco piacevole realtà. L’aeroporto di Rimini è fra gli unici quattro che non hanno ancora presentato alcun Master Plan. Non siamo in buona compagnia: nelle nostre condizioni sono Ancona, che ogni giorno lotta per evitare il fallimento, Perugia e Cuneo, due piccoli aeroporti che fanno numeri inferiori a quelli di Rimini. Ancona e Perugia sono inoltre i due aeroporti con i quali un anno fa l’amministratore di Airiminum Leonardo Corbucci immaginava mirabolanti strategie comuni. In effetti sono accomunati dal non avere un proprio Master Plan.
“I Master Plan – spiega Enac - rappresentano gli strumenti che individuano le principali caratteristiche degli interventi di adeguamento e potenziamento degli scali tenendo conto delle prospettive di sviluppo dell'aeroporto, delle infrastrutture, delle condizioni di accessibilità e dei vincoli imposti sul territorio”. Una sorta di piano regolatore dell’aeroporto. In Emilia Romagna quello di Bologna prevede investimenti per 371 milioni e quello di Parma è corso di istruttoria all’Enac. Dalla tabella, aggiornata al 17 novembre 2017, si vede che, tranne i quattro indicati fra cui Rimini, non c’è aeroporto italiano che non abbia un programma di investimenti più o meno cospicuo.
Dalla lettera agli azionisti della presidente di Airiminum Laura Fincato sul bilancio 2017, apprendiamo con sollievo che entro il 2018 (non mancano molti mesi) dovrebbe essere avviata la fase di approvazione del Master Plan, da cui sarà estrapolato l’accordo di programma 2020-2023 sulla cui base poter ridefinire le tariffe aeroportuali. Il concetto è ribadito due volte: mentre tutti sul territorio aspettano l’approvazione di questi strumenti per vedere qualche aereo in più atterrare e partire da Rimini, gli amministratori della società li aspettano per poter ridefinire le tariffe. Un particolare che rappresenta bene le tensioni e le polemiche mai sopite tra una società privata che giustamente cerca un proprio profitto e una comunità che ribadisce le proprie aspettative e il valore dell’aeroporto come strumento di servizio all'economia turistica..
Nella nota al bilancio si spiega anche che fra gli obiettivi del 2018 ci sono il consolidamento del rapporto con Ryanair (l’attuale rapporto termina a fine estate) e l’individuazione di nuove rotte europee con destinazioni strategiche per il territorio. Al momento non c’è nulla.
Nel 2014 Airiminum si è aggiudicata la gestione dell’aeroporto di Rimini sulla base di alcune elementi: strategie e previsioni di traffico, piano degli investimenti e piano economico-finanziario. Impegni, e relative sanzioni, che sono ricordati nella convenzione sottoscritta fra Airiminum ed Enac nel marzo 2015 e resa pienamente esecutiva dal decreto interministeriale del novembre scorso. Secondo Airiminum, i propri impegni sono scattati solo con il decreto interministeriale, mentre a livello politico, per esempio Giuseppe Chicchi, di Liberi e Uguali, si sostiene che facciano testo i programmi e le proposte presentate al momento del bando e che Enac dovrebbe verificare subito che fine abbiano fatto. Dal bilancio 2017 sappiamo che gli investimenti dell’anno sono pari a 342 mila euro, che non può essere certo la somma indicata per riuscire ad aggiudicarsi la gestione dell’aeroporto.
Leggendo la convenzione, si notano alcune cose. Mentre si specifica che entro un anno dal decreto ministeriale la società deve varare il piano regolatore dell’aeroporto, all’art.12 non si fa riferimento a tale decreto quando si indicano altri impegni. Si dice, per esempio, che “Ogni anno la concessionaria deve fare una relazione sullo stato di attuazione del programma di intervento e del relativo piano degli investimenti proposto” e che sei mesi prima della scadenza di ogni quadriennio si deve presentare il programma per il quadriennio successivo. BuongiornoRimini ha chiesto di poter parlar con un dirigente di Enac per capire se tali impegni decorrano subito al momento della firma della convenzione o solo dalla data del decreto interministeriale, ma da Enac non è arrivata alcuna risposta. Inutile cercare lumi dal codice della navigazione. All’art.704 si stabilisce che “entro sei mesi dalla conclusione del primo esercizio finanziario successivo all'affidamento in concessione, un contratto di programma che recepisce la vigente disciplina di regolazione aeroportuale emanata dal CIPE in materia di investimenti, corrispettivi e qualità”. Bene: resta la domanda dal marzo 2015 o dal novembre 2017?
Ma cosa succede se Airiminum non rispetta gli impegni presi? L’art. 14 della convenzione stabilisce che, in contradditorio con la società, vengano indicate da Enac azioni correttive, fissando il termine entro cui debbano essere eseguite. L’art. 15 prevede inoltre il ritiro della concessione per la mancata attuazione del programma di intervento e del programma degli investimenti nell’ulteriore termine fissato da Enac.