Quanta confusione quando si parla di Romagna! E ad avere, in parte, le idee poco chiare sono proprio alcune categorie di persone che dovrebbero essere più esperte di altre, i tour operator e i giornalisti/blogger. La ricerca svolta da Tradermark Italia e Sociometrica per conto di Destinazione Romagna, ha sondato anche queste categorie di persone. Confusione perché fra i personaggi riconosciuti della Romagna vengono inseriti anche l’attore Edward G. Robinson (americano di origine rumena) e Lady Diana. Ma la confusione regna anche a proposito dei prodotti e marchi tipicamente romagnoli. I tour operator, a parte piadina e tagliatelle, citano tutte eccellenze emiliane, dall’aceto balsamico al prosciutto di Parma. Anche i giornalisti/blogger, che in questi anni hanno frequentato gli educational tour dell’Apt, conoscono benissimo tutti i marchi emiliani, da quelli del food a quelli dei motori, e li scambiano per romagnoli. Di realmente made in Romagna conoscono la piadina, il formaggio di fossa, le tele stampate, il sale dolce di Cervia, l’acqua Galvanina e il Rose & Crown. Curiosamente, né i tour operator né i giornalisti, citano il pesce dell’Adriatico: nessuno gli ha mai offerto una buona frittura o anche una semplice grigliata?
Ai tour operator è stato anche chiesto di indicare punti di forza e punti di debolezza della Romagna. Fra i primi, hanno indicato l’offerta enogastronomica, la qualità dell’ospitalità intesa come capacità di accogliere e far stare bene i propri ospiti, la convenienza economica, la qualità degli stabilimenti balneari e delle spiagge unitamente alla piacevolezza e genuinità dell’atmosfera. Passando ai punti di debolezza, in primo piano c’è l’inadeguatezza dell’offerta alberghiera. Non è una novità, mentre va sottolineata una specificazione: la Romagna si pretende destinazione famigliare, ma negli hotel non ci sono camere adeguate alle famiglie. Osservazione su cui riflettere. Altri punti critici sono la brevità della stagione, che porta gli hotel a non garantire gli stessi servizi lungo tutto l’anno, e l’inadeguatezza dei collegamenti, a partire da quelli aeroportuali.
I giornalisti, a loro volta, hanno raccontato di sentire spesso confondere Romagna con Romania perché molti non sanno che si tratta di una regione dell’Italia (ecco spiegato perché spunta Robinson!). Altri punti di debolezza sono i piccoli alberghi senza standard adeguati, la spiaggia troppo affollata, la mancanza di informazioni in inglese sul web, la scarsa promozione di molti festival ed eventi.
Un altro aspetto interessante della ricerca è il confronto fra la forza del brand Romagna con i brand delle altre destinazioni di vacanza. In questo caso l’indagine è stata condotta fra il pubblico, duemila interviste realizzate. Quali regioni ti vengono in mente come luogo di vacanza? Le prime cinque sono Sicilia, Sardegna, Puglia, Toscana e Trentino, l’Emilia Romagna arriva sesta a notevole distanza dalle prime. Se la Puglia è la prima che viene in mente (valore 16) l’Emilia Romagna è valore 8, con prevalenza di preferenze nella X generation, cioè i nati fra il 1960 e il 1980.
Passando dalla notorietà spontanea a quella sollecitata (gli intervistati sono stati invitati a indicare quali regioni conoscessero anche solo per sentito dire come luogo di vacanza), il ranking non cambia in maniera significativa. La triade Sardegna-Sicilia- Puglia (conosciuta turisticamente da circa 9 italiani su 10) stacca la Toscana (81%) e il terzetto Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Liguria, regioni conosciute comunque da circa l’80% del campione. La notorietà della sola Romagna (74%) è inferiore a quella dell’intera regione.
Se però si chiede quale regione è stata visitata per le vacanze almeno una volta la Romagna balza al terzo posto, dopo l’Emilia Romagna in generale e la Toscana. Insomma, uno sogna la Sardegna e la Sicilia ma poi viene in Romagna. Fra quelli che ci sono stati, più della metà l’ha visitata almeno cinque anni fa e, in buona percentuale, anche molto tempo prima. In media ciascuno intervistato è stato in vacanza in Romagna 3,4 volte.
“Tutti gli indicatori sintetici risultano superiori agli indici medi calcolati per le altre regioni e il territorio emiliano-romagnolo, e romagnolo più nello specifico, - osservano i ricercatori - risulta quello più capace di convertire la propria notorietà in visite turistiche. Da migliorare l’appeal turistico, ovvero la capacità di rappresentare la categoria di prodotto e di farsi includere nel paniere di opzioni nel momento della decisione di vacanza”.
La Romagna dunque non fa sognare, ma si fa scegliere e preferire per la solidità della sua offerta, per l’organizzazione dei suoi servizi, per la mancanza di brutte sorprese.
Tra le regioni “top”, è quella che più viene associata ad aspetti collegati alla socializzazione come l’essere “adatta per famiglie” e “adatta per i giovani”, molto meno per la possibilità di vivere un’esperienza unica. Inoltre non si viene in Romagna per la qualità del mare, ma per la vacanza attiva e per gli eventi.
È stato chiesto agli intervistati quali caratteristiche assocerebbero alla Romagna: nei primi cinque posti si posizionano divertente, popolare, genuina, per giovani, per le famiglie. Se queste caratteristiche hanno un punteggio da 25 a 39, quelle negative (datata, vecchia, elitaria, pericolosa si fermano a 3. E questo è dato davvero sorprendente: i turisti, venendo in Romagna, non hanno la percezione di venire in un luogo pericoloso.
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