Industriali fuori da Cda Carim. Da Cecchi ancora pesanti accuse
Gli uomini della lista promossa dal mondo industriale riminese (e guardata con simpatia da Unindustria) non sono entrati nel consiglio d’amministrazione della Carim. Anche se lo scarto fra la loro lista e la n.3, quella promossa dal geometra Ticchi, non è stato eccessivo: 8,56 per cento contro il 10,14 per cento secondo i dati ufficiosi. Il consiglio d’amministrazione della Carim risulta quindi così composto: cinque seggi alla lista della Fondazione (Sido Bonfatti, che sarà confermato alla presidenza, Matteo Guaitoli, che sarà il suo vice, Vera Negri Zamagni, Patrizia Albano e Fabio Pranzetti; due seggi alla lista due: il geometra Ticchi e Massimo Giusti. Il presidente del collegio sindacale, come da statuto, va alla minoranza nella persona di Paolo Casadio Pirazzoli.
L’assemblea tenuta questa mattina alla Sala Manzoni non ha conosciuto particolari acuti se non l’intervento di Enrico Cecchi, un pesante atto di accusa verso la politica della Fondazione, giudicata il "socio tiranno" della Carim. Cecchi ha anche attaccato la lista di Ticchi, sostenendo che si trattava di uomini comunque riconducibili al presidente Massimo Pasquinelli ("amici degli amici"). Ha parlato di una governance sorretta da un “ambiente pseudo catto-massonico privo di attributi”. Cecchi ha confermato di aver presentato nuove denunce in Procura su alcuni recenti fatti, compresi i molti conflitti di interesse che egli ravvisa. Dopo aver dichiarato il proprio voto per la lista degli industriali, ha attaccato pesantemente Pasquinelli, invitandolo a dimettersi e a “scomparire dalla vista di una città che in altri tempi l’avrebbe cacciata a calci nel sedere”. Secondo Cecchi, la Fondazione non ha alcuna cura e rispetto per la Carim, considerandola una vacca da mungere per mantenere i propri privilegi, anche economici.
La socia Anna Fabbri ha stigmatizzato il fatto che la Fondazione si è opposta all’azione di responsabilità verso gli ex amministratori e dirigenti ed ha parlato di una frattura fra Fondazione e piccoli azionisti.
Mario Gaudenzi ha chiesto chiarimenti sulle lettere di patronage firmate dal sindaco Andrea Gnassi e dal presidente della provincia Stefano Vitali per Aeradria e sulla possibilità dei piccoli azionisti di vendere le loro azioni. Gli ha risposto il presidente Bonfatti, spiegando che Carim non si sarebbe mai aspettato tale comportamento da parte di istituzioni pubbliche. Riguardo alle azioni, Carim aveva prospettato una soluzione, bocciata dalla Consob. Un’altra soluzione è stata presentata alla Banca d’Italia, che però ancora non ha risposto perché è in corso un’ispezione.
In tempi di crisi, sono comunque stati deliberati gli aumenti dei compensi dovuti agli amministratori. Quello del presidente sale a 100 mila euro all’anno, quello del vice a 60 mila, mentre i consiglieri percepiranno ciascuno 25 mila euro. Il presidente del consiglio sindacale riceverà 35 mila euro all’anno, 22 mila i membri effettivi. Come se non bastasse riceveranno tutti anche 250 euro di gettore di presenza per ogni riunione del consiglio e del collegio.